Sono finiti dietro le sbarre per truffa aggravata e ricettazione. Due campobassani (M.G. e R.C.) hanno trovato i carabinieri di Tarquinia, in provincia di Viterbo, a fermare i loro raggiri che andavano avanti da tempo. Troppo tempo. Tant’è che gli investigatori parlano di una vera e propria associazione finalizzata alla commissione di truffe attraverso l’acquisto di autovetture mediante assegni circolari di provenienza furtiva. I carabinieri di Tarquinia, a conclusione di una complessa attività investigativa, hanno arrestato i due campobassani riconosciuti quindi come gli autori di diverse truffe nei confronti di attività commerciali dedite alla vendita di auto perlopiù nel Lazio. Le indagini hanno permesso di accertare che i due erano soliti recarsi presso i rivenditori ordinando ed acquistando macchine anche di grossa cilindrata per svariate migliaia di euro, pagando il dovuto con assegni rubati. L’assegno circolare garantisce che i fondi siano presenti sul conto corrente del titolare, in quanto viene emesso solo se – appunto – i fondi sono disponibili e la banca stessa, firmando l’assegno, attesta di averli prelevati dal conto e messi a disposizione del beneficiario. Ecco perché per agire preferivano questi titoli piuttosto che altri. Le macchine acquistate venivano poi rivendute dai due assieme ad altri complici, che riuscivano, in questo modo, a trarre consistenti guadagni dalle loro attività illecite. Le indagini dei militari hanno preso spunto dalla denuncia presentata da un commerciante che aveva ricevuto in pagamento un assegno risultato rubato al momento dell’incasso.