Alla fine è ‘‘‘‘‘‘‘‘capitolata’ pure via Berta. Anche la Provincia di Isernia è finita sotto la lente della Guardia di Finanza. Che ieri mattina s’è presentata negli uffici dell’ente per chiedere documentazione sulle spese dei politici provinciali, portando via con sé voluminosi fascicoli. Nell’ondata di controlli che dalla Regione sono finiti, a cascata, sugli altri enti locali non è stata risparmiata nemmeno via Berta. Qui, però, i gruppi politici si affrettano a minimizzare: i soldi non sono certo quelli a disposizione dei consiglieri regionali, ci si divide le briciole. Le Fiamme Gialle, però, vogliono vederci chiaro. Ieri mattina quattro finanzieri in borghese del nucleo di polizia tributaria del comando pentro hanno valicato l’ingresso del palazzo provinciale recandosi direttamente al quinto piano, dalla dirigente del settore finanze, Gabriella Petrollini. A lei e al suo staff hanno chiesto tutta la documentazione riguardante i costi della politica provinciale: delibere, determine, mandati per rimborsi spese e gettoni di presenza. L’attenzione è tutta puntata sui soldi destinati agli amministratori di via Berta, ma non è escluso nemmeno che, scartabellando e controllando, i finanzieri possano allargare gli orizzonti ad altri fronti. Ieri mattina hanno controllato una mole di documentazione enorme, portando via parte del materiale per un esame più approfondito e incrociato. Si sono trattenuti per diverse ore, arrivando poco dopo l’orario di apertura degli uffici e andando via intorno alle 12,30. Ore intense nel corso delle quali sono state a s s u n t e informazioni da parte dell’ufficio amministrativo e finanziario. Nei faldoni le note dettagliate sui gettoni di presenza a consigli e commissioni, sui rimborsi per le missioni, sui costi che la politica ha. Una volta terminata l’indagine conoscitiva, verranno trasmesse le risultanze alla procura della Repubblica che, a quel punto, deciderà se aprire un’indagine o meno. Le reazioni. Si dicono tutti tranquilli a via Berta. E sottolineano come qui non ci siano fiumi di denaro, piuttosto i rimborsi arrivano a stento a duemila euro in un anno.

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