Campobasso si sente violata nella sua tranquillità dopo la rapina a mano armata perpetrata venerdì sera ai danni della gioielleria Tangredi alle 20.30, in un orario in cui la gente stava terminando lo shopping per recarsi a cena. Intanto emergono novità sulla dinamica dell’assalto: la ragazza che per prima è entrata all’interno della gioielleria era in compagnia di un complice. Entrambi, in un primo momento, hanno finto di osservare la merce esposta nelle vetrinette. Un’altra coppia ha atteso in via Ferrari il momento propizio per entrare nel negozio. Doveva essere un’azione fulminea, senza nessuna implicazione. Ed invece il passaggio nell’adiacente via Cardarelli di una pattuglia della Polizia avrebbe fatto precipitare la situazione con la coppia che fungeva da palo che s’è portata all’interno della gioielleria ed urlando ha imposto un’accelerata alla rapina: “Facciamo presto, c’è la Polizia”. In pochi minuti si è scatenato l’inferno. Hanno arraffato tutto quanto hanno incontrato all’interno del negozio inserendo il bottinoin un borsone nero. Non hanno disdegnato neppure il solitario che una donna, amica dei gioiellieri, portava al collo. In totale il colpo avrebbe fruttato alla banda all’incirca 300.000 mila euro anche se poi parte della refurtiva è stata ritrovata nel giubbotto della ragazza finita in manette. Terminata la rapina i quattro sono fuggiti a piedi cercando di far perdere le proprie tracce. Ma con coraggio ed un pizzico di incoscienza il titolare del negozio s’è lanciato al loro inseguimento esplodendo un colpo di pistola in aria. Ed è stato questo elemento ad indurre la rapinatrice (poi arrestata) ad arrendersi. A finire in manette è stata Michela Ferraiuolo, classe ’84, con precedenti specifici sul groppone. Nella faida di camorra ha perso un fratello ed il padre mentre il suo ‘‘‘‘‘‘‘‘uomo’ sarebbe dietro le sbarre per reati legati alla criminalità organizzata. Già ieri è stata associata al carcere femminile di Foggia. Nel gruppo non avrebbe ricoperto un ruolo da comprimaria ma sarebbe stata a capo del piccolo nucleo malavitoso. Peraltro la Ferraiuolo, stando alle indiscrezioni, avrebbe effettuato giovedì scorso un sopralluogo all’interno della gioielleria per studiare la zona. I suoi occhi blu, inconfondibili, sarebbero stati riconosciuti dalla titolare dell’attività. Ancora nessuna traccia della Suzuki Swift a bordo della quale sono scappati gli altri giovanissimi componenti della banda. Infruttuosi, infatti, i posti di blocco predisposti sul territorio da Carabinieri e Polizia. Così come non ci sono tracce del bossolo esploso dal gioielliere e della pistola utilizzata per la rapina che, durante la fuga, sarebbe stata occultata in un tombino durante la rocambolesca fuga. Sono stati visionati anche i filmati del sistema di videosorveglianza presente all’interno dell’attività. Così come sono stati sbobinati i nastri delle telecamere della Banca d’Italia, istituto di credito che sorge a pochi metri dalla gioielleria Tangredi. La speranza è di intercettare elementi che possano essere utili alle indagini. L’unica certezza, al momento, è che Michela Ferraiuolo non ha inteso collaborare con gli uomini dell’Arma, rispettando una sorta di codice deontologico della malavita.