Le informazioni in possesso del pentito della ‘‘Ndrangheta Luigi Bonaventura, il collaboratore di giustizia in conflitto con lo Stato per le presunte falle nel programma di protezione, sono davvero una miniera per gli investigatori. L’ultimo filone d’indagine che lo ha visto protagonista di una scottante testimonianza, resa dinanzi ai magistrati della Procura di Bari, è quella del calcio scommesse. Il 41enne ex capocosca che operava nel crotonese è stato interrogato la scorsa settimana e le notizie rivelate alla Procura hanno permesso di chiudere l’inchiesta il giorno successivo alla sua deposizione nel capoluogo della Puglia. Le parole lasciate a verbale da Bonaventura sono divenute ieri di dominio nazionale, perché pubblicate sul settimanale d’informazione ‘‘Il Punto’, con cui pare avere un dialogo privilegiato e già in una intervista del maggio scorso il pentito rivelò che la ‘‘Ndrangheta crotonese puntasse molto sul calcio, tanto che lui stesso conosceva molto bene il nipote del boss ‘‘Tiradrittu’, al secolo Giuseppe Morabito, ossia il calciatore Giuseppe Sculli. Almeno due le combine di cui Bonaventura riferisce ai magistrati, le partite del Crotone contro Locri e Benevento, chiamato a dire la sua dopo che l’altra Procura, quella cremonese trasferì per competenza uno stralcio dell’inchiesta che stava seguendo ai colleghi baresi. Sotto la lente saranno le partite giocate dal Crotone in serie B, categoria in cui è roentrata a partire dal 2009, franchigia guidata ventennalmente dalla discussa famiglia

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