Isolamento diurno per tre anni, per effetto del cumulo dei due ergastoli e dell’efferatezza dei reati commessi. Questa la misura aggiuntiva chiesta dal procuratore di Campobasso Armando d’Alterio per Angelo Izzo. Il mostro del Circeo, che sconta due ergastoli – uno per i fatti degli anni Settanta e uno per gli omicidi del 2005 a Ferrazzano – è finito di nuovo davanti ai giudici del Tribunale del capoluogo molisano, nonostante sia in cella – a Velletri – per scontare pene definitive e, quindi, inappellabili. Una nuova udienza si è tenuta davanti al giudice Stefano Calabria, lo stesso che ha inflitto all’ex pariolino la condanna per gli omicidi di Maria Carmela e Valentina Maiorano, madre e figlia uccise nel 2005. La richiesta di D’Alterio potrebbe però celare altro, considerato che la seconda condanna al carcere a vita non è recente, ma risale al 2007. L’avvocato del pluriomicida, Enzo Guarnera, ha inviato una memoria scritta chiedendo che la misura possa essere applicata al minimo: sei mesi anziché tre anni. La decisione del giudice è attesa nei prossimi giorni. Fonti vicine alla procura di Campobasso fanno tuttavia sapere che la richiesta di isolamento diurno per tre anni a carico di Izzo “é solo la conseguenza del cumulo delle due condanne all’ergastolo” che il mostro del Circeo sta scontando. Non ci sono fatti nuovi – evidenziano dal palazzo di giustizia – ma le procedure innescate dalla seconda sentenza definitiva sono arrivate a compimento solo negli ultimi mesi”. La richiesta del procuratore Armando D’Aleterio arriva cinque anni dopo il verdetto. Ma dalla procura ribadiscono: “È quanto prevede la legge, gli atti si sono concretizzati ora”. Il legale difensore di Izzo ritiene tuttavia anomala l’istanza. “Sono passati diversi anni – dice – ed é strano dunque che solo ora vengano chiesti tre anni di isolamento per Angelo Izzo che intanto ha avviato anche un processo di revisione personale, una fase riabilitativa, fase che, del resto, prevede anche la nostra costituzione. C’é una notevole distanza di tempo – aggiunge l’avvocato – e in tutto questo tempo Izzo è stato un detenuto comune, insieme agli altri”. Guarnera, che ha spiegato le sue ragioni in una memoria scritta inviata al giudice, riferisce inoltre che Izzo sta ora anche studiando “per laurearsi in carcere”.