Circonvenzione di persona incapace. Questo e uno dei reati contestati a due isernini, già noti alla cronaca per precedenti collegati allo spaccio di sostanze stupefacenti. Entrambi sono imputati presso il Tribunale di Cassino per una truffa messa in atto nei confronti del titolare della concessionaria della Ford. Avvalendosi dell’amicizia di un ragazzo di Isernia che aveva avuto problemi per l’uso di droga e viveva in condizioni psichiche molto precarie, i due imputati riuscirono a mettere le mani su un’auto e una consistente somma di denaro. A tal fine si avvalsero anche di un commercialista di Isernia, anche esso conosciuto per una serie di precedente penali. Disoccupati e conosciuti alle forze dell’ordine, i due imputati pensarono di finanziare “l’impresa” avvalendosi di un commercialista isernino, anche esso gravato di precedenti penali. Nello studio del commercialista la vittima del raggiro, inconsapevole di quello che stava accadendo, firmò tutta la documentazione che attestava l’essere titolare di una busta paga. E così i due imputati e la vittima si spostarono a Cassino, verso la concessionaria della Ford e contrattarono con il proprietario l’acquisto di una Ford Focus. Quindi utilizzando la falsa busta paga, chiesero e ottennero da una Finanziaria un prestito di quindicimila euro che versarono per l’acquisto dell’auto. Tornati a Isernia i due imputati si recarono con la Ford Focus presso un rivenditore di auto usate. Trattando riuscirono a venderla e portare a casa altre due auto come permuta, una per ciascuno, più una somma in denaro. Nel frattempo a trovarsi nei guai fu la vittima del raggiro e soprattutto i familiari, i quali improvvisamente si ritrovarono le rate per rimborsare alla Finanziaria i soldi prestati. A quel punto decisero di rivolgersi alla magistratura. Presentarono un esposto alla Procura della Repubblica di Isernia che diede il via alle indagini ricostruendo tutti i passaggi della vicenda. In seguito il fascicolo fu trasferito a Cassino perché lì si era consumato il reato più grave di truffa. Nell’ultima udienza i giudici del Tribunale di Cassino hanno ascoltato la testimonianza del dottor Domenico Barbaro, all’epoca dei fatti medico curante del ragazzo vittima del raggiro. In aula il professionista isernino ha descritto le patologie che, all’epoca dei fatti, caratterizzavano lo stato di salute del proprio assistito che, tra l’altro, in precedenza aveva fatto uso di sostanze stupefacenti. Il dottore Domenico Barbaro ha quindi confermato la labilità psicologica del giovane sottolineando che in quella situazione poteva essere vittima di un condizionamento negativo senza alcuna possibilitò difendersi. Nel processo in corso la famiglia del giovane si è costituta parte civile avvalendosi dell’assistenza professionale dell’avvocato Gianni Perrotta. I due imputati sono invece assistiti dagli avvocati MaIl tribunale di Cassino stronardi e Cappellu.

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