Se un processo si dilunga, un altro torna in Appello. E’ questa la novità più interessante e clamorosa riscontrata ieri pomeriggio a Larino, dove era in programma, dalle 14.30, l’udienza per il procedimento sulla Turbogas sponda frentana. Nelle schermaglie iniziali, complice anche la posizione particolare dei due teste chiamati a deporre dalla difesa, uno scambio di opinioni tra l’avvocato Antonio De Michele e il presidente del collegio Aldo Aceto ha evidenziato come per l’altro processo connesso, quello terminato a maggio 2012 con l’assoluzione di tutti gli imputati, compreso il governatore Michele Iorio, il pubblico ministero Fabio Papa ha impugnato la decisione della corte in appello. Sono passati ormai sette mesi e mezzo da quel 26 maggio, ma il ritardo con cui i giudici del capoluogo hanno depositato le motivazioni della sentenza, solo il 26 novembre scorso, ha di fatto allargato i termini per proporre appello da parte della Procura del capoluogo e in questi giorni sarà notificata la richiesta anche ai diretti interessati. Per il resto, ieri un nulla di fatto al tribunale di Larino per la nuova udienza del processo Turbogas, quello scaturito dal filone d’indagine in carico alla procura frentana. Dopo un’ora e mezza di attesa rispetto all’orario di convocazione per via di un processo mattutino slittato al pomeriggio, in poco più di quaranta minuti si è celebrata la nuova udienza che vedeva sul banco dei testimoni Dini e Paoletti, rispettivamente dirigente del gruppo Cir-De Benedetti e ingegnere presso la centrale a ciclo combinato di Termoli. Dei sei imputati solo due erano presenti, Pino Gallo e Antonio Tomei, mentre mancavano Remo Di Giandomenico, Gianfranco Vitagliano, Domenico Rispoli e Massimo Orlandi. Un processo che vede il presidente del collegio Aldo Aceto premere per la celerità, visto il trasferimento di uno dei giudici al tribunale di Campobasso, ma l’escussione dei testi odierni ha subito una battuta d’arresto, sia per Dini che Paoletti, infatti, che già dovevano essere sentiti nell’udienza del 10 luglio, poi rinviata a oggi, la condizione di indagati nel medesimo fascicolo ha permesso loro di avvalersi della facoltà di non rispondere. In sede di udienza preliminare, per ipotesi di reato diverse, entrambi sono stati prosciolti dal gup per indeterminatezza del capo d’imputazione, ma lo stesso risultano ancora indagati, poiché dalla trasmissione degli atti al Pm nulla stato più detto sulla loro posizione. Una eccezione sollevata da uno dei difensori presenti in aula, Antonio De Michele, che dopo i riscontri fatti da Aceto ha visto il presidente della Corte ammettere alla testimonianza assistita da un legale per i due teste e la fatidica opzione se o meno si avvalessero della facoltà di non rispondere, chiaramente esercitata. Il processo è stato aggiornato al 14 maggio, sempre in seduta pomeridiana.

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