Il processo per l’assenteismo all’Inps si chiude quasi con la quasi totalità dii condanne. All’origine del processo la piaga dell’assenteismo con l’inchiesta promossa tra il 2007 e il 2009 dalla Procura di Larino sui dipendenti dell’agenzia Inps di Termoli. Il primo concreto esempio di investigazioni nell’ambito della pubblica amministrazione con filmati, appostamenti, pedinamenti, foto e relazioni minuziose sui comportamenti presuntivamente ‘infedeli’ di un gruppo nutrito di impiegati, che quando l’Istituto nazionale della previdenza sociale era ancora in via Corsica erano soliti abbandonare la scrivania e le proprie mansioni per andare in corteo al bar oppure dividersi e andare a fare la spesa o portare a spasso il cane, tradendo lo spirito del pubblico impiego. Una condotta che ha portato al rinvio a giudizio di sedici dipendenti dell’Inps che ieri hanno vissuto il proprio giorno del giudizio. Sono passati ormai quasi sei anni dalla contestazione degli addebiti per i 16 dipendenti dell’Inps accusati di assenteismo, ora la sede è in via Egadi e la giustizia ha formulato la sua prima sentenza, col giudice monocratico Margiolina Mastronardi. Nel pomeriggio di ieri, al termine di arringhe e requisitorie durate alcune ore (l’inizio poco prima dell’ora di pranzo) sono piovute sul capo di legali e imputati quindici condanne su 16. Una sola assoluzione. Due dei 15 condannati hanno avuto un anno e due mesi, pena sospesa, un anno e sei mesi tutti gli altri. I legali hanno cercato di far passare la tesi che non era stata valutata la somma del danno erariale per gli episodi di allontanamento ingiustificato dal posto di lavoro, catturati da filmati, foto e rapporti del nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri di Termoli, a cui la Procura delegò le indagini, partite da una segnalazione mirata. Ai difensori – tra loro Antonio De Michele, Oreste Campopiano e Vittorino Facciolla – non resta che l’appello, mentre nell’immaginario collettivo la cittadinanza non avrà da spiacersi per quegli impiegati che finirono in cronaca perché lasciavano il proprio ufficio per andare al bar, portare a spasso il cane e fare la spesa.