Ancora uno stop per la travagliata vicenda giudiziaria del Termoli Jet, la nave che doveva collegare il Molise alla Croazia. La nuova udienza preliminare, che era fissata per questa mattina, si è infatti conclusa con un nulla di fatto per un errore di notifica al legale di uno degli indagati, il dirigente della Regione Domenico Pollice. Per evitare lo stralcio della sua posizione e quindi dividere il processo in più tronconi (era già accaduto il mese scorso per Gianfranco Vitagliano, per il quale l’udienza preliminare è in programma domani) le parti hanno concordato di fissare un rinvio al prossimo 22 luglio con una sospensione spontanea, da parte delle persone coinvolte, dei termini di prescrizione fino a quella data. L’intenzione è di riunificare dunque, dopo l’udienza di domani, anche la posizione di Vitagliano.
Il 4 giugno scorso si era verificato un vero e proprio colpo di scena: il giudice Gian Piero Scarlato aveva decretato che il capo di imputazione così come era stato formulato era poco chiaro e si prestava a difficoltà interpretative. Per questo il decreto di rinvio a giudizio degli imputati era stato quindi annullato e gli atti erano sono stati rimandati indietro al giudice dell’udienza preliminare. In sostanza era stato stabilito che si doveva ripartire daccapo. E così è stato, ma stavolta con tempi rapidissimi, vista la prescrizione che incombe. Il gup, con il capo di imputazione riformulato dalla procura, aveva fissato la nuova udienza preliminare per oggi. Già in occasione della prima udienza preliminare, la scorsa primavera, il giudice aveva dichiarato prescritti i reati di falso ideologico e abuso d’ufficio per tutti i dieci indagati. Si era andati al processo dunque solo per il reato di truffa, reato che si prescriverà entro la fine dell’anno.
I fatti che vengono contestati risalgono al 2005 quando il catamarano, che si trova ora inutilizzato nel porto di Termoli, venne acquistato per quasi 8 milioni di euro con i fondi destinati alla ripresa produttiva della regione (articolo 15).
Seguirono solo pochi viaggi, poi l’abbandono e la ribalta per il Termoli Jet solo come esempio degli sprechi italiani. Con l’ex presidente della Regione Michele Iorio erano sotto processo anche gli assessori della giunta in carica all’epoca dei fatti Gianfranco Vitagliano, Antonio Chieffo, Rosario De Matteis, Filoteo Di Sandro e Michele Picciano, il dirigente della Regione Domenico Pollice, gli imprenditori Giuseppe e Paolo Larivera.
La vicenda ruota tutta attorno ad una delibera varata dalla giunta regionale, delibera con la quale – secondo la procura – i vertici della Regione procurarono intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale di rilevante entità alla società Larivera, in violazione dei principi comunitari della concorrenza. Gli amministratori infatti individuarono quest’ultima azienda come partner privato dell’operazione – era la tesi dell’accusa – sulla base di inesistenti e false motivazioni di fatto dirette ad eludere i principi della contrattazione.