A distanza di quasi 17 mesi dalle misure cautelari che destarono parecchia attenzione nell’opinione pubblica, sono stati notificati nelle ultime ore gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari a carico dei nove indagati dalla Procura di Larino per la questione della cosiddetta medicina di gruppo.
Una storia che aveva suscitato notevole clamore agli inizi di marzo del 2013, quando quattro medici di base, un tecnico e quattro dirigenti dell’Asrem, erano finiti sotto inchiesta, accusati dalla Procura, a vario titolo, di truffa ai danni del sistema sanitario nazionale, falso e abuso d’ufficio.
Si tratta dell’ex sindaco di Larino Guglielmo Giardino (ma in qualità di medico), dei colleghi medici di base Nicola Gabriele, Antonio Sabusco e Augusto Vincelli.
Nelle maglie dell’inchiesta condotta dal Nucleo Anti Sofisticazione dei Carabinieri, sono finiti anche l’ex vice sindaco di Larino Giovanni Quici, tecnico dell’ospedale Vietri, il responsabile della Direzione Sanitaria del presidio sanitario frentano, Nicola Di Lena e l’ex manager dell’Asrem Angelo Percopo e i dirigenti Giancarlo Paglione e Gianfranca Testa.
Secondo la Procura i quattro medici di base si sarebbero costituiti in un’associazione di medicina di gruppo esistente solo sulla carta, ma nei fatti non operativa.
Un servizio per cui la Asrem riconosceva una somma aggiuntiva, che andava dalle 500 alle 600 euro in più al mese, in ragione del numero degli assistiti, al fine di alleggerire i carichi di lavoro per i reparti di Pronto Soccorso e delle Guardie Mediche.
Per gli inquirenti i quattro medici avrebbero continuato ognuno a lavorare per conto proprio nel suo orario di lavoro, senza strutturare un coordinamento operativo, senza pubblicizzare il servizio, non garantendo, così, la continuità assistenziale.
Circostanze che avrebbero dimostrato come le somme aggiuntive percepite non avessero alcuna giustificazione, pertanto il gruppo di medicina associata sarebbe stato solo un artificio volto a lucrare indebitamente soldi all’azienda sanitaria.
Ma non finisce qui, perché c’è un secondo aspetto dell’inchiesta che coinvolge il tecnico Giovanni Quici ed i dirigenti Di Lena, Percopo, Paglione e Testa.
L’ex Gip di Larino Aldo Aceto accolse le richieste della Procura in ordine al sequestro preventivo di cinque autovetture e di tutte le somme ancora in corso di erogazione da parte della Asrem, ritenute ingiustificate.