Il 30enne nigeriano accusato di resistenza a pubblico ufficiale e sequestro di persona per i fatti accaduti all’interno della rsa di Macchiagodena dove era ospitato insieme ad altri migranti, questa mattina è stato processato per direttissima dal giudice del tribunale di Isernia. Il profugo, difeso dall’avvocato Vincenzo Mercolino, ha patteggiato una pena a 8 mesi e 20 giorni di reclusione con pena sospesa. Sarà così libero di tornare in libertà già nelle prossime ore. Dopo le intemperanze di Macchiagodena il nigeriano fu trasferito ai domiciliari ad Agnone dove minacciò di uccidere e di uccidersi qualora non fosse stato scarcerato in dieci giorni. Circostanze dettagliamente illustrate al giudice dai Carabininieri di Agnone che non hanno però influito sulla sentenza odierna.