<br />

Di recente era stato condannato anche dalla suprema corte di Cassazione. Gli ‘‘ermellini’ avevano confermato la pena a sei anni e dieci mesi di reclusione per Claudio Giancola, il campobassano accusato di aver commesso estorsioni nel capoluogo molisano. E dopo la conferma della condanna anche dal ‘‘Palazzaccio’ la procura di Campobasso ha chiesto la carcerazione per il 42enne. L’uomo, infatti, da mesi, dopo aver lasciato il carcere di Lanciano, era stato confinato agli arresti domiciliari a Porto Recanati. Ma, in seguito alla nuova richiesta di carcerazione è stato portato in cella, questa volta ad Ancona. L’avvocato Carmine Verde, difensore dell’uomo, sta adesso valutando il da farsi. Il legale chiederà, a breve, di ‘‘riunire’ le due sentenze (Giancola è stato processato sia per estorsione che per lo scoppio della bomba carta). Poi non è escluso che possa avanzare qualche richiesta per il suo assistito. La condanna in Cassazione, come anticipato, c’è stata ad inizio mese. Quella in Appello, invece, lo scorso settembre (D’Alterio , nella veste di pg, aveva chiesto 8 anni di reclusione). Giancola, in primo grado, fu condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione (il pm Rossana Venditti di anni ne aveva chiesti invece sette). Claudio Giancola finì in manette al termine delle indagini che presero il via in seguito allo scoppio di una bomba carta in pieno centro a Campobasso. Il boato nella notte tra il 27 e 28 giugno 2009. Durante lo scoppio (nelle vicinanze c’erano tante persone in quanto il centro storico si ‘‘anima’ durante le calde serate estive) rimase ferito anche un anziano. Una bomba carta che, per gli inquirenti fu fatta esplodere da Claudio Giancola, insieme a Davis Struzzolino (che ha già chiuso i conti con la giustizia). Successivamente, in seguito ad altre indagini, venne fuori anche l’accusa di tentata estorsione. In sostanza, stando alle accuse, veniva offerta protezione ai commercianti del centro storico. E veniva ingenerata nelle vittime la preoccupazione di possibili ritorsioni. Dopo anche la seconda ordinanza di arresto, vennero chiuse le indagini. Successivamente si mise in moto la macchina giudiziaria. E cominciarono i processi. Per Claudio Giancola, come detto, alcuni giorni fa c’è stata la pronuncia della suprema Corte di Cassazione mentre, nelle scorse ore, è arrivata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.