È arrivata qualche minuto dopo le 22 la sentenza per il processo d’Appello per la vicenda Piedi d’Argilla, l’inchiesta sulla realizzazione della variante di Venafro che in primo grado, il 23 dicembre dello scorso anno si era conclusa con quattro condanne e due assoluzioni. I giudici hanno rigettato l’appello e assolto Aldo Patriciello, Francesco Pirollo e Francesco Paolo Furner. Confermate le condanne per gli altri imputati, ma la Corte le ha condonate per effetto dell’indulto.
Il ricorso in appello era stato presentato sia dalla procura, che chiedeva la condanna dei due imputati assolti in primo grado(oltre a Patriciello, Francesco Paolo Pirollo, titolare di un laboratorio che certificava la qualità del calcestruzzo utilizzato), sia dalla difesa, che chiedeva l’assoluzione dei quattro condannati: l’imprenditore Gaetano Patriciello, fratello dell’europarlamentare (2 anni e 10 mesi di reclusione), il capocantiere dell’Adanti Massimo Zullo (2 anni e 6 mesi), Paolo Furner, tecnico di un laboratorio di San Vittore (2 anni e 3 mesi) e Orlando Pallotta, dipendente di una delle ditte che eseguivano i lavori (1 anno e 1 mese). Sulla vicenda incombe la prescrizione che si concretizzerà tra sei giorni. Il noto politico venafrano era presente in aula (cosi come tutti gli altri imputati ad eccezione di Orlando Pallotta).
Il procuratore Antonio La Rana aveva chiesto, al termine della sua requisitoria, la condanna a due anni di reclusione per Pirollo e un anno e quattro mesi per Aldo Patriciello. Aveva chiesto inoltre che vengano confermate le pene inflitte agli altri quattro imputati. L’avvocato Arturo Messere, parte civile per conto dell’Anas, aveva ribadito la richiesta di risarcimento danni per dieci milioni di euro da stabilirsi comunque in sede civile.