Elvio Carugno resterà in carcere. Il giudice Rinaldi infatti ha respinto la richiesta di confinare il dirigente agli arresti domiciliari. A chiedere una misura meno afflittiva della detenzione dietro le sbarre era stato l’avvocato dell’uomo, il legale Antonello Veneziano, che è già pronto alla prossima mossa. Probabilmente già domani (e in ogni caso in settimana), presenterà, contro il provvedimento del giudice Rinaldi, quello che tecnicamente viene definito un appello al Tribunale del Riesame. Una istanza che dunque potrebbe essere discussa dinanzi ai giudici delle Libertà forse già la prossima settimana.

Elvio Carugno, dirigente dell’assessorato alle Attività produttive della Regione Molise si trova recluso in una cella del carcere di via Cavour dallo scorso aprile. Con l’accusa di peculato. Carugno, come noto, è stato raggiunto da due ordinanze di custodia cautelare. La prima fu eseguita dalle Fiamme gialle ( a entrare in azione furono i militari del G.i.c.o. di Campobasso). Un arresto eseguito al termine di serrate indagini coordinate dal procuratore Fabio Papa. Il funzionario operava nel comparto delle ‘‘Attività Produttive’ ed era contestualmente responsabile anche di un organismo satellite della Regione Molise, del quale aveva la disponibilità di conti correnti e carte di credito. Soldi pubblici, dunque. E, per gli investigatori, tutto ruotava attorno alla ‘‘Sprint Molise’ di cui Carugno era responsabile. Per i militari del Gico ci sarebbero state delle ‘‘acrobazie’ tecnicocontabili che hanno caratterizzato l’utilizzo dei conti correnti. “Un uso singolare e personalissimo”, sul quale si sono concentrate le indagini dei Finanzieri, che hanno documentato distrazioni di denaro per circa 300mila euro: acquisto di gioielli, vacanze, prelievi in contante, spese per alberghi e ristoranti, fino all’acquisto di beni presso centri commerciali del capoluogo, “al fine di soddisfare le quotidiane necessità familiari”. Un blitz, quello delle Fiamme Gialle, supportato da varie e contestuali perquisizioni presso uffici ed abitazioni con conseguenti sequestri ed acquisizioni documentali e contabili.

Poi, come anticipato, a distanza di alcune settimane, arrivò la seconda ordinanza di custodia cautelare. Questa volta a entrare in azione furono gli agenti della questura di via Tiberio. Per i poliziotti Carugno si rese responsabile di numerose ipotesi di peculato continuato ed aggravato in concorso con altre persone, le cui posizioni sono ancora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria. “Le indagini hanno consentito di rilevare una serie di riscontri in ordine a prelievi sospetti fatti da terze persone in alcuni istituti di credito. Sono in corso di verifica anche le responsabilità dei suddetti istituti e sono sottoposte a verifica le firme su titoli e documenti sequestrati”. Per gli inquirenti dunque Carugno nelle sue funzioni di dirigente della regione Molise, si sarebbe appropriato di una ingente somma di denaro (circa un milione di euro) vincolata al finanziamento di specifiche iniziative a favore soprattutto dell’imprenditoria femminile. “In particolare, nel corso degli anni, sono stati sistematicamente emessi bonifici bancari in favore di soggetti fatti passare per imprenditori (in alcuni casi essi stessi anche all’oscuro dell’operazione), che non avevano alcun titolo per accedere ai finanziamenti”. Già domani, come detto, dunque potrebbe essere presentata dall’avvocato una istanza di Appello al tribunale delle Libertà. Nel frattempo il responsabile della ragioneria della Regione Molise (pure finito al centro di indagini) è andato in aspettativa. Anche quest’ultimo, così come Carugno, risulta tra i beneficiari dei premi di produzione relativi al 2011.

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