Doppio incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta per la morte del giovane poliziotto Giuseppe Iacovone, deceduto durante un presunto inseguimento. E’ proprio su questo aspetto che si gioca molto della partita in vista del processo. E’ stato davvero un inseguimento? La difesa sostiene che, se non è così, cade ogni accusa nei confronti dell’unico indagato al momento. Il suo legale, Marco Franco, ha chiesto che venisse predisposto un incidente probatorio nel quale chiedere a un esperto se si sia trattato di un vero e proprio interrogatorio. Sarà Achille Farrace a dover stabilire entro il prossimo 21 dicembre se la vetture della polizia con i lampeggianti era visibile dalla macchina dell’indagato. Un punto focale dell’intera inchiesta quello della visibilità o meno della vettura della polizia. “Vogliamo premere affinché la vicenda si chiarisca al più presto e per questo è necessario comprendere se c’è stato o meno inseguimento. Se la risposta fosse no, non ci sarebbe stato reato”. Di incidente probatorio, però, ce n’è stato anche un altro, ovvero quello richiesto dalla parte civile, costituita dalla famiglia del giovane poliziotto morto. Sono stati chiamati a testimoniare in due: un agente e un civile. Entrambi avrebbero riconosciuto l’indagato quale conducente dell’auto che la vettura della polizia ha cercato di raggiungere. Per la parte civile un elemento importante anche questo. “L’esito dell’incidente probatorio è un elemento di prova, tanto che è stata fatta richiesta per la trascrizione – ha spiegato il legale della famiglia, l’avvocato Arturo Messere -. In fase dibattimentale se ne dovrà tenere conto”. Accanto all’iter giudiziario, c’è anche la questione della sospensione dall’albo professionale per l’indagato. Di questo aspetto si sta occupando l’avvocato Pasquale Landi, legale delle sorelle di Giuseppe Iacovone: “L’iter amministrativo per la radiazione è a discrezione del procuratore oppure del prefetto. Non sono né la parte offesa né la parte civile a farne richiesta. Noi, però, solleciteremo affinché questa richiesta parte oltre a presentare una richiesta per il risarcimento dei danni alla parte offesa qualora verrà riconosciuto il reato”.
Giuseppe Iacovone, il giovane poliziotto originario di Capriati ma in servizio presso la questura di Isernia, è morto nel marzo scorso mentre si trovava a bordo dell’auto di servizio lungo la statale 85, all’altezza del bivio per Macchia. L’agente era, insieme al collega, all’inseguimento di un suv nero. Ora resta da capire se quell’inseguimento c’era davvero. La risposta la fornirà il perito prima di Natale.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.