Quattro anni di reclusione perché quando s’è fatta la sopraelevazione del palazzo nel quale sono morte 17 persone doveva essere fatto il calcolo statico di tutta la struttura. E’ questa la richiesta cauta che il pm Picuti della procura dell’Aquila ha chiesto per Diego De Angelis, progettista della sopraelevazione della casa di via generale Rossi nella quale sono morti gli studenti isernini Vittorio Tagliente e Michele Iavagnilio. Tra le 17 vittime di quel crollo c’era pure la figlia dello stesso De Angelis. Starà al giudice del tribunale del capoluogo, Giuseppe Romano Gargarella, prendere questa difficile decisione: le accuse nei confronti di De Angelis sono omicidio colposo, disastro colposo e lesioni personali colpose. Così come dovrà pronunciarsi sulla richiesta di assoluzione per altri due imputati del processo, Davide De Angelis, collaudatore, fratello di Diego e zio di Jenny, e Angelo Esposito, titolare di un’impresa di costruzioni. La parte civile, tra cui anche le famiglie dei due molisani, seguite dagli avvocati Salvatore Galeazzo e Rita Formichelli, ha invece chiesto che si usi il pugno duro. Niente assoluzioni: si applichino le condanne come da capo d’imputazione originario. Tra aggravanti e altri orpelli, si arriverebbe più o meno a dieci anni di reclusione. Anche su questo sarà il giudice a decidere. La sentenza è prevista per tra due giorni.

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