Sarà discussa questo pomeriggio, dinanzi ai giudici del Tribunale delle Libertà del capoluogo, l’istanza di scarcerazione presentata dall’avvocato Antonello Veneziano, difensore di Elvio Carugno, il dirigente regionale che si trova in carcere dalla scorsa primavera con l’accusa di peculato. Veneziano, per il suo assistito, ha chiesto la remissione in libertà o in subordine l’applicazione di una misura meno afflittiva della detenzione in cella (per esempio i domiciliari). Il legale, in cancelleria, ha presentato un ‘‘‘‘Appello’ al Riesame avverso la decisione presa dal giudice nelle scorse settimane di lasciare in carcere il dirigente. L’accusa mossa nei suoi confronti, come detto, è quella di peculato. L’uomo si sarebbe appropriato di oltre un milione di euro. Denaro pubblico che sarebbe stato intascato per fini personali. Diversi i filoni d’indagine. Il primo blitz venne portato a termine dai militari delle Fiamme Gialle. Il secondo invece dagli agenti della Digos. L’ingente somma sarebbe ‘‘‘‘frutto’ di ammanchi risalenti al periodo tra il 2010 e il 2012. Carugno, che era anche direttore dello Sprint (sportello regionale per l’internazionalizzazione delle imprese, che fa capo all’assessorato regionale alle Attività Produttive) per gli inquirenti avrebbe utilizzato il danaro dunque per diverse ‘‘‘‘spese personali’. Nello specifico si sarebbe appropriato di 97mila euro da un conto corrente intestato allo Sprint Molise; di 771mila euro da un conto corrente pure intestato allo Sprint; 423mila euro da un altro conto sempre intestato allo Sprint. Per Carugno, come noto, a inizio mese ha anche preso il via il processo. Che, per un difetto di notifica, è stato aggiornato al prossimo 20 novembre. In quella data, una volta accertata l’esatta notifica, si procederà con tutta probabilità, alla riunificazione dei procedimenti e poi si aprirà la fase dibattimentale.