A dieci anni quasi di distanza dall’alluvione che causò enormi disagi sulla costa e in buona parte della valle del Biferno e un miliardo di euro circa di danni, Matteo Pasquale, Salvatore Reale, Vincenzo Di Grezia, Giuseppe Santosuosso e Raffaele Moffa sono in tribunale per l’udienza preliminare che dovrà decidere sul loro rinvio o meno a giudizio per l’accusa di disastro colposo. Si tratta di dirigenti della Regione Molise, di Molise Acque e di tecnici del servizio idrico, che secondo la Procura gestirono in modo negligente l’emergenza verificatasi per l’eccezionale ondata di maltempo che avversò il Basso Molise dal 23 al 25 gennaio 2003, mandando in tilt buona parte del nucleo industriale per le conseguenze dell’allagamento causato dalla rottura degli argini del fiume Biferno, inondando centinaia di ettari di campi e costringendo altrettante famiglie di Termoli a rifugiarsi in albergo, con l’acqua che in alcuni punti raggiunse anche i quattro metri e mezzo di altezza. Nel mirino degli inquirenti la decisione di scaricare parte del volume che si era accumulato nell’invaso del Liscione per timore che la struttura potesse collassare per colpa dell’immane pressione a cui la diga era soggetta. In aula non solo i difensori dei cinque indagati al cospetto del gup Maria Paola Vezzi, ma anche le parti civili che a distanza di due lustri chiedono ancora il risarcimento dei danni. Intanto, l’udienza preliminare si è consumata in meno di un’ora, dopo l’attesa durata dalle dieci di questa mattina. La convocazione è stata vanificata da un difetto di notifica ed è stata rinviata al 21 febbraio 2013.

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