Con un’ordinanza il tribunale del Riesame ha rigettato l’appello proposto dal legale di Pierluigi Lepore contro il provvedimento emesso dal gip con il quale è stata applicata la misura della sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio o servizio che, nel frattempo, è stata ridotta da sei a due mesi. “Anche questo provvedimento – dichiara il difensore Federico Liberatore – appare fondato più su un preconcetto giudizio di colpevolezza del Lepore che non sulla scorta dell’esistenza dei gravi indizi e di reali esigenze cautelari, per cui nei prossimi giorni si valuterà la necessità o meno di proporre ricorso in Cassazione anche alla luce della già ottenuta riduzione della sospensione”. Pierluigi Lepore il 19 ottobre era stato interdetto per sei mesi dai pubblici uffici per i reati di truffa, peculato e falso. La decisione era stata presa dal gip Rinaldi su richiesta del procuratore D’Alterio. Per l’esponente politico si è così chiusa l’esperienza di commissario dello Iacp. Lo stesso giorno Lepore ha anche rimesso il mandato di coordinatore provinciale del Pdl nelle mani di Di Giacomo. La difesa, annunciò subito appello al tribunale della libertà “Perché – disse Liberatore – la somma contestata è pari a 1.500 euro”. Per l’accusa avrebbe percepito rimborsi per l’auto blu e la vettura privata senza averne diritto. Tutte accuse cui Lepore ha replicato con una dichiarazione finale: “Ho la coscienza a posto. Pago la mia iperattività da commissario di un ente che non era abituato ai miei ritmi”.