C’è attesa per la decisione ad oltre un anno di distanza dalle richieste di rinvio a giudizio. Ma c’è anche il rischio di un rinvio. Uno degli indagati, l’imprenditore Giuseppe Larivera, ha inviato un certificato medico. Il giudice ha disposto una verifica e ha sospeso l’udienza. Assente anche il difensore dei Larivera, Mammarella per impegni concomitanti.
Intanto – questa è la vera notizia – con la prescrizione che incombe il sostituto procuratore Fabio Papa ha presentato richiesta di integrazione modificativa dei capi di imputazione per una maggiore precisazione degli estremi dei fatti contestati. Che risalgono al 2005 quando il catamarano, ora inutilizzato nel porto di Termoli, venne acquistato per quasi otto milioni di euro con i fondi destinati alla ripresa produttiva della regione, per intenderci quelli dell’articolo 15. Solo pochi viaggi, poi l’abbandono e la ribalta per il Termoli Jet come esempio degli sprechi italiani. L’avvocato Messere – che difende il governatore della regione e l’assessore Vitagliano – ha chiesto un termine entro il quale poter esaminare le nuove formulazioni della procura, asserendo che sarebbe necessario – per una questione di opportunità rinvia il tutto a dopo le elezioni che vedranno ancora in campo Iorio e altri imputati, con l’interruzione del termine di prescrizione. I reati contestati agli undici indagati (dieci persone fisiche e una società, l’ex Larivera spa oggi Emi Holding spa) vanno, a vario titolo, dalla truffa aggravata all’abuso d’ufficio e al falso ideologico. Oltre al presidente Michele Iorio la richiesta di rinvio a giudizio riguarda anche gli assessori in carica all’epoca dei fatti Antonio Chieffo, Michele Picciano, Gianfranco Vitagliano, Rosario De Matteis e Filoteo Di Sangro, gli ultimi due presenti in aula, oltre al dirigente della Regione Domenico Pollice, gli imprenditori Giuseppe e Paolo Larivera e il commercialista Sergio Rago (consulente che effettuò alcune perizie). L’inchiesta ruota attorno a una delibera della giunta regionale, con la quale – secondo la procura – i vertici della Regione “procurarono intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale di rilevante entità alla società Larivera, in violazione dei principi comunitari della concorrenza”.