Pene ridotte in appello per i tre rom di Isernia accusati di violenza sessuale di gruppo e di estorsione. Grazie allo sconto sulla pena e ai mesi già trascorsi in prigione, potranno uscire dal carcere. Ieri si è celebrato il processo in secondo grado per i tre maggiorenni del gruppo, difesi dall’avvocato Franco Mastronardi, che tre anni fa venne accusato di una violenza sessuale di gruppo a Isernia. La vicenda risale al marzo del 2007 quando scattarono le manette ai polsi dei tre con l’accusa di stupro, sequestro di personale ed estorsione aggravata. Secondo la prime ricostruzioni, la ragazza, una conoscente di uno dei membri del gruppo, sarebbe stata avvicinata e condotta in un luogo isolato dove sarebbe stata violentata. Poi, per evitare che la notizia venisse a galla, erano iniziate le richieste di denaro: ricatti per il silenzio dei tre. Dopo mesi di minacce e pressioni, si era decisa a denunciare il tutto, dando il via libera all’indagine dei carabinieri. Che s’era conclusa con gli arresti. Nel corso dei mesi, però, la versione della giovane era cambiata fino a mettere in dubbio la questione della violenza. In primo grado, poi, era arrivata per giunta l’assoluzione: quella violenza, secondo i giudici, non ci sarebbe stata. C’erano, invece, i ricatti. Per quelli era arrivata una prima stangata. In primo grado, infatti, i tre rom erano stati prosciolti dall’accusa di violenza sessuale, ma condannati per quella di estorsione a pene severe che andavano dai tre ai quasi cinque anni. In virtù della mano pesante dei giudici, per i tre si erano aperte le porte del carcere. Nel frattempo la procura generale aveva presentato appello nei confronti dell’assoluzione di primo grado. Tutta da rivedere, secondo l’accusa, la questione della violenza sessuale che era sparita dalle condanne. Ieri mattina il caso è finito in corte d’appello dove il procuratore generale Di Ruzza ha chiesto una condanna a otto anni di carcere proprio per la violenza sessuale di gruppo. Chiedeva una condanna pesante l’accusa. Il collegio (Pupillella presidente, Fiorito e Mastronardi a latere) hanno invece confermato l’assoluzione già maturata in primo grado e hanno ridotto pure le pene per l’accusa di estorsione. Dai quasi cinque anni s’è passati a poco più di quattro e i due condannati in primi grado a 4 anni e mezzo si sono visti scontare almeno un anno di carcere. Che, sommato a quello che era stato già trascorso dietro le sbarre, porterà alla scarcerazione in tempi brevissimi. Un vero successo per la linea difensiva dell’avvocato Franco Mastronardi

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