La cabina di regia istituita in Regione sull’area di crisi complessa non ha metodo, non segue quello del confronto. E di conseguenza, nel merito, non è efficace per la soluzione dei problemi. Così Cgil, Cisl e Uil riaprono il fronte con Palazzo Vitale e al presidente Paolo Frattura dicono chiaro: ci dia le carte del piano di ristrutturazione industriale e acceleri sulla definizione delle misure per i lavoratori coinvolti o, entro pochi giorni, sarà mobilitazione forte.
Entro metà maggio, era la previsione del governo regionale, la firma dell’accordo di programma e subito dopo i bandi per le agevolazioni agli investimenti nel distretto Campochiaro-Venafro. Ma l’accordo con il ministero dello Sviluppo non è stato ancora siglato. E nel frattempo arriva la ‘messa in mora’ da parte della Triplice.
Il 19 aprile l’ultima riunione della cabina di regia (nella foto). E in quel caso «non solo il piano di ristrutturazione e riconversione industriale non è stato inviato preventivamente (anche in forma di bozza), ma non è stato nemmeno consegnato nel corso dell’incontro e a tutt’oggi, nonostante le reiterate richieste, non si ha ancora contezza (al di là delle dichiarazioni rese) di cosa effettivamente tale piano preveda in termini finanziari, ad esempio sulle politiche attive e passive». Convocare un incontro «per discutere di argomenti e con decisioni già assunte in altra sede è ben altra cosa rispetto al coinvolgimento vero, e pertanto fattivo e concreto, delle parti sociali», rilevano nella lettera inviata a Frattura i segretari Del Fattore, Notaro e Boccardo.
Dunque, sollecitano, «occorre cambiare passo e modificare radicalmente l’impostazione: la grave crisi economica, occupazionale e finanche sociale del Molise e la necessità di accelerare per il pieno utilizzo degli strumenti a disposizione per fronteggiarla, impongono un impegno forte».
La priorità, come spesso finora avvenuto, riguarda gli ammortizzatori. Perché nel 2017 scadono gli ammortizzatori sociali per centinaia di lavoratori (cassa integrazione, mobilità o Naspi). A livello nazionale i sindacati stanno facendo pressing per costringere governo e Parlamento a rivedere le norme e ripristinare gli impegni assunti con riferimento alle aree di crisi. «È però indispensabile che l’intera politica regionale si impegni a fare altrettanto e, unitamente alle altre Regioni nel contesto della Conferenza Stato-Regioni, lavori per vedere approntato un adeguato strumento di copertura sociale in grado di collegare i tempi e i modi di intervento degli ammortizzatori con la ripresa effettiva delle attività previste per le aree di crisi».
Altra richiesta di Cgil, Cisl e Uil riguarda la definizione «in tempi estremamente rapidi» della profilazione dei lavoratori delle aree di crisi. «Non è pensabile che ancora si proceda a rilento e non esista un dato certificativo di quanti effettivamente sono i lavoratori coinvolti nei processi e quali sono i loro profili professionali che determinano la loro ricollocabilità». Senza questi elementi, è difficile «individuare e determinare le azioni attive o passive da porre in campo». Ed è quindi «velleitario e avventuristico ritenere possibile far fronte alla grave crisi occupazionale, e ai tempi lunghi del riavvio di attività produttive esistenti, basandosi solo sulle poche risorse economiche, strumentali, di conoscenza del fenomeno, individuate al momento. Significherebbe non tutelare i lavoratori e far fallire l’obiettivo su cui abbiamo basato la lunga e finora vincente iniziativa per il riconoscimento dell’area di crisi complessa».
Di qui le richieste: «Procedere urgentemente all’invio, ai soggetti coinvolti nella cabina di regia regionale, di tutta la documentazione inerente il Prri e all’accordo raggiunto in sede ministeriale, avviare formalmente la discussione con il governo sulla proroga degli ammortizzatori sufficienti per l’intero fabbisogno del Molise, attivare i Centri per l’ompiego nell’immediata e celere realizzazione della profilazione». Oltre, naturalmente, al riavvio in tempi rapidi del confronto sull’area di crisi.
Se non ci saranno riscontri, «che ci attendiamo nell’arco di qualche giorno», i sindacati metteranno in campo «ogni azione, anche eclatante e dirompente, per evitare che tanti lavoratori, dopo la certezza di aver perso il lavoro, vedano svanire anche la sola speranza di ritrovare un’occupazione, nonostante i tanti strumenti che sono oggi a disposizione, troppo spesso annunciati e ventilati ma che stentano a prendere concretezza».