«Purtroppo mi sembra che abbiamo di fronte un film già visto». Fioccano i commenti sull’incontro fra l’azienda Amadori con gli operai dell’incubatoio. La cautela che le rappresentanti dell’ufficio Personale di Cesena hanno utilizzato nei colloqui con gli ex dipendenti ha spaventato le maestranze. E ha provocato la reazione dei sindacati che non hanno fatto parte della trattativa col gruppo romagnolo, conclusasi poi con la firma dell’accordo del 28 febbraio al Mise.
L’Usb, con Rossella Griselli (al centro nella foto), conferma la posizione fortemente critica sulla gestione della vertenza della filiera avicola. E non risparmia nessuno. Innanzitutto, si scaglia contro i sindacati confederali nazionali. Sono stati loro a orientare in maniera decisa e decisiva il negoziato con Amadori. «Adesso cosa dicono ai lavoratori che si sentono sfiduciati e sono scettici sulle reali prospettive di riapertura per l’azienda di Bojano? L’intesa contiene impegni anche per la società Agricola Vicentina. Nessuno le chiede di onorarli e di farlo nei tempi promessi. Amadori infatti è già in ritardo e mi stupisce non poco l’atteggiamento delle sigle sindacali che si preoccupano solo degli ammortizzatori o di risolvere le criticità che l’azienda mette sul tavolo. Dovrebbero pensare alla ripresa produttiva che è l’unica garanzia di rilancio della filiera. Invece, sembra che abbiano firmato una cambiale in bianco al gruppo romagnolo».
Dura l’accusa della rappresentante del Coordinamento Usb Lavoro privato alla Regione e alla politica: «Non si può trovare un privato, firmarci un accordo e non controllare quello che poi realmente fa. Non vorremmo che Amadori fosse interessato solo e al massimo all’incubatoio. Sul macello, a parte i tempi che sono stati annunciati come molto lunghi, anche le dichiarazioni che l’azienda avrebbe fatto nelle riunioni di questi giorni a sindacati e lavoratori non lasciano ben sperare, non danno certezze e riferimenti di alcun genere per poter stare tranquilli».