La ripartenza tante volte annunciata del settore edile in Molise non c’è. È la denuncia della Fillea Cgil del Molise che rimette in fila i numeri della crisi.
I dati fotografano la situazione dall’1/10/2015 al 30/09/2016. Gli occupati erano 4.153, 920 le imprese iscritte alla Cassa edile del Molise, un monte salari di 55.849.316 euro. Per quanto riguarda l’Edilcassa: 920 occupati, 198 imprese attive e un monte salari di 4.102.000 euro.
Una situazione, nota il sindacato, che «è andata anno per anno sempre peggiorando». Nel giro di 9/10 anni il settore edile ha perso il 50% degli addetti e numerose attività dell’indotto (legno, manufatti, laterizi, conglomerati) hanno chiuso i battenti.
Se non ripartono le costruzioni, ribadisce la Fillea, non lo farà nemmeno il resto dell’economia. In Molise le proposte restano quelle di mettere in sicurezza il patrimonio esistente, pubblico e privato, e orientarlo al risparmio energetico. Ma non solo, «il Molise è interessato da oltre 20mila fronti frane aperte, con forte rischio per le abitazioni, per le scuole e per le attività produttive». E se negli anni passati si realizzavano «sistematicamente lavori di manutenzione ordinaria di tutti i canali di affluenza dei fiumi e pulizia delle cunette», ora «si fanno più e per di più quando piove le strade immediatamente si allagano e si infangano e diventando impraticabili ma soprattutto molto pericolose per l’incolumità pubblica». Così pure, prosegue il sindacato, «ancora non vengono effettuati i lavori dei messa in sicurezza dell’ultimo tratto del fiume Biferno a distanza di quasi 15 anni dai drammatici fatti dell’alluvione del 2003».
Infine, in merito al post sisma «ci chiediamo dove siano finiti i milioni di euro per finire la ricostruzione e pagare le imprese che sono in grandissima sofferenza di liquidità, poiché da anni aspettano il pagamento degli stati di avanzamento, ma per fini burocratici non sappiamo ad oggi quando saranno pagate. Questo si ripercuote anche sulle famiglie, poiché gli edili non prendono gli stipendi da diversi mesi e immaginate famiglie senza reddito come possono sopportare le spese come luce, gas, acqua e beni di prima necessità».
Una ‘scossa’ alla politica, dunque: la Fillea sollecita senatori, deputati e consiglieri regionali ad impegnarsi per risolvere i problemi della viabilità, dissesto idrogeologico e post sisma.

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