Gentili Signori,
Era da un po’ che non facevamo una passeggiata lungo la strada che da Via Monsignor Bologna porta a Viale Manzoni, e quale la nostra sorpresa nel vedere che è stata trasformata in una discarica a cielo aperto!
Bottiglie, cartacce e rifiuti vari in una zona che dovrebbe essere il polmone verde di Campobasso e che, anche in virtù della presenza dell’Università, dovrebbe avere un maggiore decoro. Da alcuni viene considerata la “zona residenziale” della città, invece non è altro che l’ennesimo immondezzaio di fronte al quale né gli abitanti della zona, né tantomeno l’amministrazione comunale alzano un dito.
Il parcheggio adiacente alla Biblioteca Universitaria, compresa la pensilina dove si attende l’autobus, sono un abominio in termini di devastazione da graffiti, mancanza di illuminazione e di sistemi di videosorveglianza.
Spostandoci in tutt’altra zona, il camminamento di tutta Via San Giovanni, che conduce al cimitero, è nelle medesime condizioni: immondizia in mezzo alle siepi non rimossa da anni, cassonetti che maleodorano in quanto privi della più banale manutenzione, sporcizia e non curanza persino nel piazzale della Chiesa di San Pietro (e qui vorremmo fare un appello ai suoi frati, dicendo che essere cristiani comporta anche il rispetto del creato, e quindi delle aree pubbliche, pertanto ci stupiamo del loro lassismo. Lo stesso dicasi del piazzale della Chiesa di San Francesco e dei suoi rettori).
A proposito di cassonetti: sapete che in alcuni centri lombardi stanno sostituendo quelli canonici con strutture che si aprono come un normale cassonetto, ma che hanno condutture che portano a una discarica sotterranea? In questo modo si evitano tanti problemi: essendo la discarica molto ampia, non c’è l’accumulo dei rifiuti al di fuori; inoltre, si consente ai camion della nettezza urbana di passare una, massimo due volte alla settimana, quando il contenitore sotterraneo è pieno, destinando così le risorse umane alla pulizia delle strade. Un vero segno di civiltà! Avete mai pensato a questa soluzione per la nostra città? Comporta anche un risparmio di costi, voi che vi lamentate continuamente di carenza di fondi…
Altra zona, stessi problemi: area ex canile comunale, via Cardarelli e salita che conduce al Castello: la cartaccia fatta strada!
Idem per la villetta adiacente al Convitto Mario Pagano: nell’aiuola dove sorge una ormai morente sequoia, c’è di tutto, da pacchetti di sigarette, a bottiglie e bicchieri. Passiamo e ripassiamo in quella zona, e vi possiamo assicurare che quello scempio giace lì da giorni! Lo stesso dicasi del marciapiede (o pseudo tale) adiacente al carcere che, con le sue buche ed avvallamenti, raccoglie di tutto.
A questo punto ci chiediamo e vi chiediamo: a parte l’inciviltà di cittadini, che vanno redarguiti senza remissione, possibile che i camion della nettezza urbana svuotino solo i cassonetti, senza rimuovere tutto ciò che c’è intorno, se non addirittura al di sotto di essi? Che servizio è? E dobbiamo anche pagarlo? E che dire delle ridicole scope e palette degli operatori ecologici, che rimuovono solo il 50% dei rifiuti? Testimoni di persona, tutta la zona di Via Cavour e Corso Bucci riceve la metà del trattamento di pulizia che dovrebbe avere a causa di questi metodi antiquati e, diciamolo pure, della svogliataggine di certi netturbini. Sapete che esistono dei maxi aspiratori che rimuovono efficacemente anche le cartacce più nascoste? Volete che vi forniamo il nome della casa produttrice?
Un’altra nota vogliamo farla su Corso Bucci: ma perché lo chiamiamo “corso”? Avrebbe potuto esserlo se fosse stato recuperato tramite una pavimentazione adeguata, una cura del verde degna di questo nome, e se il mercato ambulante avesse ricevuto adeguata sistemazione, magari in molti dei locali sfitti che si trovano proprio lungo il “corso”. E’ stata creata una “città nella città” con il complesso residenziale Di Biase, che poco si sposa con tutto il resto, visto che viene lasciato nel più completo abbandono. E’ stata messa una fontana che, per la sua natura architettonica, è un pugno nell’occhio rispetto al circondario e che, priva di ogni adeguato sistema di videosorveglianza, rischia di essere esposta allo scempio dei vandali che stanno devastando la nostra città, e nei confronti dei quali l’intera amministrazione comunale tace vigliaccamente.
Signor sindaco, ci hai privato di un “corso” quale Piazza Prefettura, ci hai privato di un altro quale “corso” Bucci, ci stai facendo odiare Corso Vittorio Emanuele per lo stato di degrado in cui versa a causa dei graffiti e di altri atti vandalici: dicci quale zona vuoi dedicare al pedone, al cittadino che vuole camminare senza pensare a scostarsi perché sta passando una macchina, al cittadino che vuole respirare a pieni polmoni in un’area verde, al cittadino che vuole godersi la sua Campobasso senza se e senza ma!!
E che dire della pavimentazione dei marciapiedi? Un aborto! E finiamola di mettere quelle piastrelline da quattro soldi che diventano un pericolo pubblico in caso di pioggia o neve: avete investito negli “scivoli” che facilitano la salita e discesa delle carrozzine all’inizio o alla fine dei marciapiedi: continuate nell’investimento di QUEL tipo di piastrelle per il ripristino del 90% dei marciapiedi della città!
I soldi? Dall’IMU, dai fondi della Comunità Europea, dal coinvolgimento di imprenditori, soggetti privati, cittadini di buona volontà.
Lo scrivente ha avuto esperienza di amministrazione comunale in Abruzzo, e Le posso assicurare, signor sindaco, che per quanto ogni comune abbia difficoltà economiche e di vario genere, SOLO ATTRAVERSO IL DIALOGO TRA I VARI ATTORI DEL CONTESTO AMMINISTRATIVO, QUINDI ANCHE DELL’OPPOSIZIONE, SOLO ATTRAVERSO L’ASCOLTO UMILE E PAZIENTE DEI SOGGETTI CHE COMPONGONO IL TESSUTO SOCIO-ECONOMICO DELLA CITTA’, SI ARRIVA A UNA SOLUZIONE DEI PROBLEMI: non arriva oggi, non arriva domani, ma arriva dopodomani. A Campobasso non arriva MAI perché Lei e la Sua giunta non intendete ascoltare nessuno. Vergogna!
Il campobassano medio, si sa, è chiuso al calduccio del proprio focolare o del proprio SUV, e in questo si esaurisce il suo appagamento, ma c’è anche un altro campobassano, che per fortuna supera numericamente la prima categoria, il quale non si ferma di fronte alle spiegazioni sconclusionate che la presente amministrazione comunale sta dando del suo operato, che vuole guardarci meglio, che non crede al fatto che manchino i fondi per tutto, ma piuttosto al fatto che ci sia una totale assenza di volontà nel prendersi a cuore i problemi della città.
Abbiate il coraggio di affermare che il bilancio sino ad ora è stato un disastro, molto più di chi vi ha preceduto, e non trinceratevi dietro accuse rivolte a chi ormai non si può difendere. Guardate al presente, a quello che siete capaci di fare VOI, non un fantomatico “altro”.
Ci dispiace molto sentir dire dai forestieri che “Campobasso è molto malandata”: eh sì, un malato terminale, nei confronti del quale i medici che gli hanno provocato il male a seguito della loro incompetenza stanno dando inutili palliativi in attesa del decesso.
Con gli auguri di un cambiamento di mentalità prima ancora che nelle cose,
Giacomo e Maria Iacobucci
Pasquale e Antonella Damiano
La missiva parla da sé, c’è poco da aggiungere. Il problema grave di Campobasso, e lo dico da campobassana, è che è ammantata di presunzione, quella presunzione che le deriva dal credere di essere nel giusto nel momento in cui crea il proprio sistema di regole. Che regole non sono, perché sono il loro esatto contrario, cioè la loro violazione!
Sono molto delusa dalle non risposte della amministrazione uscente, che “vive e lascia vivere”, lasciando la città nell’abbandono e creando una cultura della deboscia. Sono altrettanto delusa dal silenzio della cittadinanza, che rispetto a quella di Termoli e Isernia, è davvero poco attiva e intraprendente. Non si può sempre attendere il panierino dal cielo: se buttano la spazzatura davanti casa tua, non è che non la rimuovi perché aspetti una nettezza urbana che tarda ad arrivare: lo fai, e poi hai il diritto-dovere di protestare a gran voce contro l’inconcludenza dell’amministrazione locale, e all’occorrenza fare una denuncia. E’ così che funziona nei paesi normali. Il futuro sindaco, prima ancora di attuare piani di rinascita, dovrà attuare un cambiamento culturale: mettendo regole certe, attuando programmi con le scuole e le forze dell’ordine. Senza se e senza ma.
Tutto parte dai cittadini, solo dopo dagli amministratori. Basta con l’autocommiserazione, basta con il vittimismo, basta con l’individualismo, sì all’approccio solidale, sì alla determinazione, sì alla voglia di riscattarsi!