Come quella del sottosegretario Costa, anche la visita del commissario Covid Figliuolo e del capo della Protezione civile Curcio, secondo l’ex presidente della Regione Michele Iorio, «non può diventare l’ennesima arma di distrazione di massa volta ad eludere l’attenzione pubblica rispetto a questioni fondamentali scomode che potrebbero amplificare la crisi di credibilità di questo governo regionale agli occhi dei cittadini molisani. Così la buona perfomance sulle vaccinazioni, che però non include la totale copertura degli over 80 e dei più fragili, seppure lascia guardare con fiducia al futuro per debellare la pandemia, non può coprire il fatto che la risposta sanitaria in Molise rimane precaria e deludente».
Al Cardarelli, elenca Iorio, «è ancora interdetto l’uso della rianimazione per pazienti non Covid, con tutte le conseguenze che si riflettono sulla cura delle emergenze», sempre a Tappino «non esiste una vera area grigia. Spesso il pronto soccorso è in tilt e la distribuzione dei pazienti è difficoltosa. Per non parlare dell’esecuzione dei tamponi che non sempre avviene nei tempi giusti per individuare un trattamento e un ricovero corretto per i pazienti». Iorio non dimentica «l’utilizzo davvero improprio del famoso container nato per essere reparto di rianimazione ma che è diventato un “reparto per anziani fragili”. Una dizione abbastanza singolare che confesso, da medico, di non conoscere anche se per analogia potrei pensare si tratti del reparto di geriatria». Di solito, aggiunge, le geriatrie hanno «grandi spazi dedicati alla socializzazione e alla possibilità di una naturale aerazione. Invece i containers in questione non hanno finestre e sono suddivisi in stanzette anguste utilizzabili nei campi di battaglia o nel deserto par pazienti da rianimazione».
Intanto, prosegue, la «torre Covid, finanziata dalla Protezione civile dall’allora commissario Arcuri, non è stata posta neppur all’attenzione del nuovo commissario Figliuolo quasi a voler nascondere il fallimento della struttura regionale sull’organizzazione dell’emergenza. Un disastro che continua a pesare sulla salute dei molisani i quali rinunciano a curare le patologie ordinarie e ancora non hanno a disposizione un centro Covid dedicato».
Se venisse il ministro, chiosa sarcastico Iorio, «si aprirebbero le porte del Castello Monforte. Tutto purché si nasconda la gravissima situazione in cui versa l’organizzazione della rete ospedaliera Covid e non Covid in Molise di cui l’ospedale Cardarelli è l’emblema».