Dritti al punto. O quasi. Perché se la Festa è del Molise non è che si può entrare a gamba tesa e portare la campagna elettorale dentro la cornice delle celebrazioni. Pure, bisogna fare il proprio mestiere. “Stia buona…”, il rettore dell’Università del Molise – Giovanni Cannata, 65 anni, barese ma in Molise dal 1991 – intuisce e ammonisce. Poi va consapevolmente verso l’interrogatorio che si aspettava. Candidato o no a governatore, ora che al vertice dell’Unimol non potrà restare oltre ottobre 2013? Risponde più o meno che “può succedere di tutto”.

Con ordine, rettore Cannata. Che ruolo ha avuto l’Università nel Molise dell’autonomia, che ruolo avrà diciamo nei prossimi 50 anni?

“Pensi a Bologna che ha compiuto mille anni… Li augurerei anche all’Unimol e al Molise. Però, stiamo ai 50 anni. Proprio oggi leggevo alcuni dati relativi al ’63, relativi alle persone con titolo di studio superiore alla terza media: percentuali bassissime. Ora la percentuale è molto più alta, c’è una grande presenza di laureati che si spera possano trovare un’occupazione. Il ruolo dell’Università è un ruolo di trasformazione dei territori, di collaborazione alla costruzione di un’identità che serve per il passato e soprattutto per il futuro. Che serve per il Molise in Europa, in una prospettiva e in una visione più ampia. L’università costruisce il capitale sociale, le donne e gli uomini che vivono in questa regione, il loro livello di qualificazione. Questo il ruolo dell’Unimol nei prossimi… mille anni”.

E allora, rettore, si vota a febbraio e di nuovo tutti parlano di lei come possibile candidato governatore. Lei come immagina il suo futuro in questo Molise?

“Io sono professore in questa università. E fino all’età della pensione questo ruolo è una delle cose certe…”

Quanto manca alla sua pensione?

“Ci vogliono cinque anni ancora. C’è un po’ di tempo e poi, sa, nella vita succedono tante cose…”.

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