Il ministro Cancellieri ritiene che sia meglio votare, per politiche e regionali, il 24 febbraio. La macchina amministrativa è pronta pure per il 17, ma una settimana in più agevola le operazioni. Lo ha scritto in una nota inviata al Quirinale ieri e Napolitano ha convenuto che “la data è idonea”. Intanto Senato e Camera hanno dato l’ok al decreto sulle liste pulite che oggi dovrebbe vedere il varo definitivo in Consiglio dei ministri. Se così sarà troverà applicazione già alle elezioni di febbraio. Le primarie del Pd, prima di tutto. Perché riguardano le politiche. Domani la definizione delle linee guida in direzione regionale, entro le 20 di sabato vanno presentate le candidature. Domenica la valutazione e la ratifica ancora in direzione regionale. I posti a disposizione per concorrere: fino ad un massimo di sei per la Camera e di 4 per i il Senato. In campo ci sono Danilo Leva e Roberto Ruta. Francesco Totaro ci sta pensando. “Non escludo che potrei scendere in campo. Sto ragionando, c’è ancora qualche giorno”, conferma le voci che lo vedono proiettato verso un’avventura nuova, quella del Parlamento. Solo che c’è una regola: chi si candida alle primarie per il Parlamento non può poi presentarsi nelle liste per le regionali. E questo pone una riflessione a più di qualcuno. Micaela Fanelli se vorrà scendere in campo dovrà chiedere una deroga alla direzione regionale. È sindaco di Riccia, che ha poco più di 5mila abitanti. Il tema politico lo ha già posto al nazionale, ritiene non sia il caso di escludere gli amministratori da una “bella battaglia, che mi auguro sia capace di ridare spirito e vigore. Credo per esempio – aggiunge – che sia positivo l’approccio al tema di genere. Sarebbero state migliori queste primarie senza vincoli, comunque – aggiunge – saremo in campo e uso volutamente il plurale perché c’è un ampio ventaglio di ipotesi sul territorio”, conclude la Fanelli, espressione della componente renziana in Molise. Pure il sindaco di San Martino di Pensilis un pensiero ce l’ha fatta, non dovrebbe chiedere nessuna deroga. Ma anche a lui sarebbe preclusa poi la candidatura alle regionali, sia al proporzionale che al listino. La lista sarà unica, regionale, ma tutelerà anche la provincia di Isernia. Nel senso che, per esempio, se per la Camera c’è uno sfidante della provincia di Campobasso che ha 100 preferenze, al secondo posto un altro campobassano con 90 e solo al terzo un isernino con 80, sarà quest’ultimo a comparire nella lista per Montecitorio come numero due.