Un lungo incontro dopo che in mattinata i registi dell’operazione avevano trovato la quadra. Il primo lancio dell’Ansa è delle 11.34: la lista del Sud alleata del Pdl è cosa fatta, l’accordo raggiunto fra Gianfranco Micciché e Silvio Berlusconi le dà anche il simbolo, quello di Grande Sud. A costruire il progetto il Cav ha chiamato il ‘gruppo di fuoco’, i governatori amici che finora non gli hanno mai negato il sostegno quando ne ha avuto necessità. E non glielo hanno negato neanche ora: saranno in prima linea nella costruzione della piattaforma, ma non candidati in prima persona. “Prima il Sud, dico parafrasando il mio messaggio politico, questo il senso dell’iniziativa utile rafforzare la posizione delle questioni meridionali nella proposta e nell’azione del centrodestra. Ma, ovviamente, per me è prioritario il senso letterale del mio messaggio e cioè: prima il Molise”, racconta in serata il presidente Iorio. Insieme a lui in via dell’Umiltà c’erano Micciché, l’ex ministro Raffaele Fitto – che per il Pdl segue in particolare anche la vicenda elettorale regionale molisana -, i presidenti di Calabria e Campania Giuseppe Scopelliti e Stefano Caldoro. L’intesa è stata raggiunta e oggi in una nuova riunione sempre nella sede del partito saranno definiti i dettagli. Iorio sarà in Molise, ma seguirà le evoluzioni seppure a distanza. Intanto conferma: non abbandono la mia terra. Si era detto disposto a un passo indietro. Scherzando ora si fa capire: “È che qui a furia di fare passi indietro si rischia di cadere di spalle…”. Poi più seriamente ragiona: non abbandono il campo se non per soluzioni condivise da tutti. “E francamente non ne vedo. Non credo neanche alle alchimie nazionali a cui stanno lavorando i moderati”. Appena dopo l’Epifania, annuncia però, ci sarà una riunione di tutto il centrodestra, con i partiti oltre che con i consiglieri di maggioranza. “Ritengo che ci sia bisogno di riunire lo schieramento e sto lavorando in quella direzione. Perciò – conclude Iorio – non posso prestarmi ad alcuna posizione di parte”. Nel centrosinistra, invece, è tutto fermo. Almeno apparentemente. Colloqui, quando vi sono, sono informali. Sul campo le due posizioni contrapposte di Paolo Frattura e Massimo Romano. Ma anche tante ‘mine vaganti’, pezzi di un puzzle difficile da ricomporre: l’Idv che sta con Rivoluzione civile di Ingroia, il Prc, i movimenti. La volontà è ancora quella di non spaccare, non subito almeno. E l’onere sta in mano al Pd.

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