Il centrosinistra prova a tenere tutti dentro. La posta in palio è grossa – la guida della Regione dopo oltre dieci anni di astinenza – e il confronto, dunque, serrato. A parlarsi sono Pd e Udc, a ripetizione in queste ore. Contatti telefonici e riunioni si susseguono. Ma nessuno ne parla. Bocche cucite in casa ‘democrat’ e in casa dei moderati. Proviamo a riassumere: l’Udc tempo addietro, nel dirsi disponibile al dialogo con il Pd, aveva messo dei paletti, primo fra tutti quello del programma e del leader. Se diversa è l’alleanza rispetto al 2011, Frattura e la sua agenda non potranno essere riproposti. Il Pd dal canto suo di recente è tornato a chiedere agli uomini di Casini di sciogliere il nodo politico relativo al rapporto con il Pdl e con Michele Iorio (di cui Velardi, candidato dell’Udc a governatore, è tuttora assessore). Nodo, questo, che evidentemente per Leva e compagni la dichiarazione di Cesa non ha del tutto eliminato dal ragionamento. Si comprende, allora, come il passo indietro di Massimo Romano non ha risolto tutti i problemi. Frattura ieri ha ricevuto l’ennesimo sostegno di Antonio Di Pietro. Nel pomeriggio ha visto il presidente del Pd Ruta. E il Guerriero Sannita ieri in una nota lo ha sollecitato a imitare Romano: un altro passo indietro per agevolare un terzo uomo, che possa unire il fronte. Nonostante la cortina di silenzio, filtra che la scelta del candidato governatore del centrosinistra è questione di ore. E nell’incertezza del momento si riaffaccia pure l’ipotesi del rettore Cannata, stavolta a capo di un centrosinistra allargato. Ma i partiti sono alle prese con le candidature per Camera e Senato. E nelle indiscrezioni Cannata presidia anche questo fronte: ieri di lui si è parlato come del possibile candidato al Senato della lista Monti. A invece Sel manca solo l’ufficialità (e manca un nome). Il coordinatore Paglione assicura: “Un paio di giorni ancora ci bastano”. Durante il comitato politico sono emerse disponibilità e orientamenti che confermano quanto già scritto nei giorni scorsi. Sel in Molise avrà Nichi Vendola come capolista alla Camera, questa l’ipotesi che va per la maggiore e s’inquadra nel suo ragionamento di trainare il partito “dove serve”. In Molise alle primarie per la premiership Vendola ha sfiorato il 25%, un dato che fa propendere per il sì come risposta alla domanda che gli è stata posta dal gruppo dirigente regionale. In campo ci saranno Gigino D’Angelo, Antonella Mainelli (Camera) e Bice Antonelli (Senato). La partita per i palazzi romani arroventa il clima nel movimento ‘Rivoluzione civile’. Un gruppo eterogeneo, costretto a dividere i posti a disposizione. Alla Camera la questione è già chiusa: capolista Ingroia (così pare), subito dietro c’è il leader Idv Antonio Di Pietro che nella sua terra vorrebbe trovare il riscatto dopo che ha dovuto ‘ammainare’ perfino la bandiera Idv e rinunciare al simbolo. Al Senato è spuntata l’ipotesi di S a l v a t o r e Ciocca. Proposta ‘a marchio’ Comunisti italiani, ma gli altri non resteranno a guardare. Lo dice subito Italo Di Sabato: “Anche noi del Prc abbiamo qualche nome da spendere”. E non si possono dimenticare i movimenti – da Alba a Laboratorio progressista – che sono tra i fondatori. Oggi pomeriggio è in agenda una prima riunione operativa. ‘Cambiare #si può’ ha chiesto un confronto a PdCI e Idv per discutere della posizione alle regionali ma anche di chi provare a mandare in Parlamento. A conti fatti, oltre al Pd, solo i grillini hanno ufficializzato le formazioni per il Parlamento (Arianna Bruzzone e Carmine D’Adamo per il Senato; Cosmo Bottiglieri, Riccardo Dell’Orco e Pasquale Casmirro per la Camera). E pure per le regionali i grillini sono i soli ad avere già governatore (Antonio Federico), liste e listino. L’11 gennaio scade il termine per presentare i simboli, il 20 e 21 gennaio partiti e movimenti dovranno consegnare le liste. Una settimana dopo sarà il turno delle liste per le regionali. E dalla prefettura di Campobasso arriva una buona notizia: le firme da raccogliere a sostegno delle liste e del listino saranno ridotte a metà.

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