Il Pdl detta le nuove regole per le candidature alle politiche e alle regionali. Possono correre per un seggio in Parlamento coloro i quali hanno totalizzato non più di tre legislature e comunque non più di 15 anni di presenza alla Camera al Senato o a Bruxelles; non abbiano più di 65 anni e siano in regola con la contribuzione mensile per l’intera durata della legislatura. I nuovi vincoli decisi dall’Ufficio di Presidenza del Popolo delle Libertà, riunito lunedì a Roma e presieduto dal segretario politico Angelino Alfano, sono stati suggeriti dal Cavaliere che tenta in questo modo di fare un po’ di pulizia nelle liste. I criteri stabiliti non penalizzano comunque i competitor molisani, che sono tutti candidabili, fatta eccezione per l’eurodeputato Aldo Patriciello. Per il Parlamento in lizza ci sono gli uscenti Sabrina De Camillis e Ulisse Di Giacomo alla loro prima esperienza romana. Non hanno mai nascosto l’aspirazione e l’ambizione di fare il grande salto anche gli assessori Gianfranco Vitagliano e Filoteo Di Sandro, i cui profili personali e politici non contrastano con i nuovi canoni individuati dal Pdl. La griglia di partenza è in continua evoluzione: le ultime indiscrezioni danno l’assessore regionale alla Sanità in pole per il Senato. Di Sandro dunque al posto del coordinatore Di Giacomo. Sono previste delle deroghe per chi non rientra nel criteri di selezione. Ma non hanno alcuna possibilità di rientrare dalla finestra coloro che si sono comportati in modo scorretto nei confronti del Popolo della Libertà, organizzando, favorendo o tentando fratture nei gruppi parlamentari, che abbiano operato per mettere in difficoltà il governo Berlusconi, che abbiano espresso sistematicamente voti in dissenso, o che abbiano assunto in modo sistematico posizioni in conflitto con la linea politica del Pdl sui media. Qualche problema, dunque, si pone per l’onorevole Aldo Patriciello che finora veniva dato in corsa alla Camera ma in un collegio della Campania. L’Ufficio di presidenza lunedì sera ha però sottolineato l’opportunità di non prevedere la candidatura alle elezioni politiche degli eurodeputati e degli esponenti del Pdl che si candideranno alle prossime elezioni regionali. Insomma niente doppie candidature così come è successo in passato.