Il titolo del suo sesto mandato rettorale è “Portare a compimento un grande progetto comune. Concorrere a delineare una prospettiva”. E non è una citazione a caso oggi. Giovanni Cannata chiuderà in autunno la sua esperienza al vertice dell’Ateneo del Molise iniziata nel 1995. Ha davanti a sé altri cinque anni di insegnamento prima della pensione da accademico. A marzo compirà 66 anni e più di qualcuno ha pensato di farglieli festeggiare da governatore di questa regione, in cui – barese – dice la sua da due decadi e più. Mai ha smentito, né confermato. Mai si è intromesso nel dibattito mediatico, Cannata. Conosciuto e apprezzato, a destra come a sinistra, a Roma conta su appoggi importanti. Un potere forte del Molise, questo è il dato. Due giorni fa le cose però sono mutate. L’indiscrezione è pesante: Cannata candidato al Senato, Romano al vertice della Regione. Ruvidamente, senza le convenzioni del caso, saltando alle conclusioni questa è la storia. E lui non smentisce però fa un passo avanti. I suoi più stretti collaboratori prendono parte alla conferenza stampa in cui il capo di Costruire democrazia ufficializza la sua corsa fuori dagli schieramenti e la volontà di portare a Palazzo Madama una persona che possa pensare “all’interesse generale invece che a quelli di bottega”. Spiega, insieme ai firmatari del manifesto trasversale ‘Per cambiare davvero’, che Cannata è l’uomo giusto. Dal Pd un silenzio tombale, ma non si fatica ad immaginare la sensazione che ha provocato la notizia. Rettore Cannata, allora è il caso. Adesso c’è un nome e cognome dietro chi la propone per una candidatura e c’è una piattaforma sul tavolo. Lei cosa risponde? “Intanto raccolgo la sua sollecitazione a dire cosa ne penso. Penso ci sia la necessità di avere una rappresentanza del Molise che sia pure rispondente ad un ragionamento non ‘costretto’ soltanto sugli schieramenti dei partiti. Questa terra è in una condizione di fragilità notevole, in un contesto generale di grande fragilità. Allora, da questo punto di vista credo che chi ha a cuore le sorti del territorio e non il problema di sedere su questa o quella poltrona debba dare la disponibilità personale. Su che cosa? Su un progetto condiviso, il più ampio possibile per determinare quelle nuove condizioni di una stagione politica nazionale. Ovviamente questo significa impegnarsi con competenza, con disponibilità e anche con il superamento di vecchie logiche. Credo insomma che ci sia necessità di un progetto per rilanciare il Molise e questa, diciamo, è la condizione di disponibilità che sento di poter offrire”.

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