Non c’è pace nell’Italia dei valori che deve fare i conti con i sondaggi sempre più impietosi e con una inarrestabile emorragia di uomini. In fuga dal partito altri quattro dirigenti della provincia di Isernia che non hanno condiviso la linea politica dell’onorevole Antonio Di Pietro. La scomparsa del simbolo dalla competizione nazionale è il primo appunto che muovono Antonio Vincenzo Monaco, sindaco di Capracotta e coordinatore provinciale, Edmondo Angelaccio, già consigliere comunale, Claudio Falcione, ex assessore comunale Isernia e Vincenzo Di Giacomo, componente del coordinamento regionale. Delusione e amarezza questi i sentimenti per la scelta di cancellare l’insegna del gabbiano dalle prossime politiche. Ma prima di sbattere la porta, così come in passato hanno fatto tanti altri, ci hanno provato a ragionare con l’ex pm. Un tentativo che alla fine si è rivelato infruttuoso, dicono. L’occasione per fare chiarezza si era presentata lo scorso 6 gennaio a Termoli. In quell’incontro il sindaco di Capracotta e gli altri manifestarono a Di Pietro la loro difficoltà ad accettare le scelte del partito a livello nazionale. “Molti di noi – dicono oggi che sono fuori dall’Idv – avrebbero desiderato un atteggiamento diverso, prima di tutto chiarificatore della situazione nazionale, poi avrebbero desiderato risposte sulla gestione del partito a livello regionale. Nulla di tutto ciò, per cui quel senso di malessere che già aveva pervaso e minato alla base un nutrito numero di aderenti all’Italia dei Valori, a seguito di quel’incontro è notevolmente aumentato”. Insomma in tanti chiedevano una prospettiva di governo non la semplice condanna dell’opposizione. Ma su questo Di Pietro non ha dato risposte. Limitandosi invece a rappresentare la posizione contraddittoria dell’Idv che a livello nazionale ha firmato un atto notarile insieme ad altri movimenti e partiti che appoggiano la Rivoluzione Civile di Ingroia. Accordo sottoscritto anche dall’esponente del movimento arancione De Magistris, sindaco di Napoli, che in Molise invece si è schierato a favore del consigliere regionale Massimo Romano, in corsa per la carica di governatore, in contrapposizione col centrosinistra che fa capo a Paolo Frattura, candidato sostenuto anche dall’Idv. A complicare il quadro locale la scesa in campo di Antonio De Lellis in lizza per la presidenza della Regione per nome e per conto di esponenti della sinistra che a livello nazionale sono invece in linea con l’onorevole Di Pietro, mentre nel Molise si contrappongono alla coalizione guidata da Frattura di cui fa parte l’Idv. Insomma una confusione che lascia i quattro dirigenti amareggiati e traditi, ma lucidi di sbattere la porta prima di buttare alle ortiche anni di impegno politico. Ormai fuori dal partito dell’ex pm di mani pulite confermano però il loro appoggio al candidato presidente del centrosinistra. Non escludendo neppure un contributo diretto, se necessario, con la lista dei sindaci che fa capo a Facciolla. O, altre indiscrezioni accreditano, con il Centro democratico di Tabacci e Donadi che starebbe lavorando ad una lista comune con il Psi a sostegno dell’architetto. Ma di questo – dicono – ne discuteranno con Paolo Frattura. Dal coordinamento provinciale dell’Idv intanto subito cercano di ridimensionare l’emorragia e in una nota stampa bollano la decisione dei quattro come ‘scelte personali da rispettare e che evidentemente rispondono a logiche di aspettative non compatibili con quelle del partito e di tutto il gruppo dirigente’. Che resta in carica in attesa delle dimissioni ufficiali di chi conta troppo poco per staccare la spina.

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