Aldo Patriciello che torna a casa, nel suo Parlamento nazionale, è una possibilità che oggi diventa più concreta. Perché sono state vere tutte le voci fin qui circolate. Ipotesi di lavoro, per esempio, quella che lo ha visto fino a ieri come possibile terzo uomo – fra i due ‘litiganti’ Di Giacomo e Di Sandro – nella circoscrizione Molise per Palazzo Madama. Ora si ragiona invece su un suo posizionamento – fra quelli eleggibili – nella lista della Campania sempre per il Senato. La Campania è una delle regioni più ambite e quindi combattute – insieme alla Lombardia – , lì si appuntano i desiderata di chi vuole andare (o tornare) in Parlamento e del Popolo della Libertà che se in quelle circoscrizioni guadagna il premio di maggioranza può decidere i destini della legislatura. Lì servono i cavalli di razza, quelli che mietono consensi. Alle europee del 2009 Patriciello in tutta la regione prese 65.865 voti. Non è strano che il partito lo vuole in campo. Lui finora era rimasto in assoluto silenzio. Consapevole che – a ragione – pure i destini della coalizione di centrodestra per le regionali in Molise sono accostati ai suoi, sul tema chiede di non intervenire. Epperò ‘confessa’ subito: sto rientrando da Roma. È il via libera ad una chiacchierata che lo scopre, nelle ambizioni e nelle chance di farcela. A Patriciello piace stare a Bruxellles. “Lì rappresento la voce del nostro Sud, una terra che è ancora da difendere”, avvia il ragionamento. Spiega così la nota con cui nel giorno più difficile per le aspirazioni dei deputati di Strasburgo – quando la clausola sull’inopportunità della loro candidatura alle politiche – fece saltare i nervi a più di qualcuno. Se si aggiungono le letture che se ne diedero in Molise si comprende meglio quel tirarsi fuori dalla mischia. Per quel momento, però. Ammette “un dato di verità” nelle ricostruzioni giornalistiche. Non è l’unico, è quello che si sta praticando. Dalla Campania al partito è giunta una forte richiesta che lo riguarda, un’istanza di deroga che viene dalla ‘base’ – così la chiamerebbero a sinistra, mentre il Pdl dice preferibilmente territorio – e su cui dovrà esprimersi il comitato ristretto che metterà il sigillo sulla squadra. “Se questa ipotesi si verificherà o meno è un dato che è completamente nelle mani dei vertici del partito. Il Pdl vorrebbe evitare di indebolire la delegazione parlamentare europea quando alla prossima tornata per Bruxelles manca solo un anno e mezzo. Un tempo che non basta a chi dovrà sostituire gli eletti a Roma per prendere dimestichezza con le dinamiche dell’Assemblea dell’Ue. Insomma, si vogliono evitare contraccolpi al sistema Paese”, ragiona Patriciello. Per inserirsi nel meccanismo e ottenere l’approvazione della direttiva pagamenti – uno dei provvedimenti di cui Patriciello si dice particolarmente fiero – ci vogliono metodo e contatti. Ma tant’è sul tavolo di via dell’Umiltà ora il suo nome c’è. “Io mi sono limitato a dare la disponibilità senza strapparmi i capelli perché tengo molto al mio ruolo in Europa, ci sono legato perché mi permette di rappresentare le ragioni del Mezzogiorno d’Italia che mai come in questo momento vanno difese”. La chiacchierata si ferma qui. Non può andare oltre. Al traguardo, se sarà, mancano un paio di giorni. Anche per gli uscenti e gli aspiranti delle circoscrizioni molisane. Si parte da chi ha un solo mandato sulle spalle e sia Sabrina De Camillis che Ulisse Di Giacomo sono dentro i criteri. Solo che la conferma della deputata appare blindata, quella del coordinatore è insidiata dall’assessore alla Sanità Filoteo Di Sandro che avrebbe cartucce importanti da sparare. A definire il quadro saranno Berlusconi, Denis Verdini (con cui Patriciello ha ottimi rapporti), Paolo Bonaiuti, Gianni Letta e Angelino Alfano.

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