«Il brogliaccio a cui si è fatto riferimento non è un documento che è mai passato dalla mia scrivania e quindi non ha alcun elemento di ufficialità. Io sarò pronto a un confronto con i soggetti sociali, con gli ordini professionali, chiaramente con le Regioni, che sono parte rilevante dell’organizzazione sanitaria nel nostro Paese, per arrivare, come da impegni, anche ad una riforma del “dm 70”».
Ha scelto il Parlamento, il question time alla Camera, il ministro della Salute Roberto Speranza per archiviare la bozza di revisione del decreto Balduzzi circolata nelle scorse settimane e su cui si è aperto un ampio dibattito. Nessuna modifica nei parametri legati ai bacini d’utenza, che condannano il Molise a un’offerta di assistenza di fatto monca anche perché non corredata da servizi come un elisoccorso h24, nessun cenno alla deroga per i piccoli territori contenuta nel nuovo Patto Salute, c’è però quella per i punti nascita sotto i 500 parti annui. Non a caso. In quella direzione avevano chiesto di muoversi amministrazioni territoriali come l’Emilia Romagna che trovano facile ascolto non solo dal livello politico ma anche da quello dirigenziale del dicastero.
È tuttavia curioso, per non dire che è preoccupante, che la definizione degli ospedali di base contenuta nel programma 2019-2021 elaborato dagli ex commissari Giustini e Grossi sia la stessa del documento ‘apocrifo’. Definizione nel senso di quanti e quali reparti potranno avere il Veneziale e il San Timoteo, meno di quelli che hanno ora per capirci.
Un dato incontrovertibile, basta leggere entrambi i testi. Così come delle scelte contenute nel piano 19-21, la cui cornice sembra il nuovo dm 70 (per ora) stoppato sul nascere, si trova traccia in decreti di Giustini molto antecedenti all’adozione firmata dall’attuale commissario Toma il 9 settembre.
Indizio del fatto che in particolare quando i commissari della sanità sono esterni i documenti di programmazione vengono redatti a Roma, fra l’Agenas e il Ministero. Sulla base di valutazioni ed evoluzioni normative, perfino non ancora formalizzate come in questo caso, che prescindono dalla valutazione delle esigenze dei territori di cui vanno a regolare la vita, o perlomeno uno degli aspetti più importanti e impattanti della vita quale è il diritto alla salute.
A quanto pare il Balduzzi 2, pur non essendo mai entrato in vigore qualche danno lo ha già prodotto. Perché il piano 19-21 del Molise, non solo nel nome, invece operativo lo è.
rita iacobucci