CENTRODESTRA. A tirare la volata al governatore uscente, rimangono sul campo cinque, e non più sei, sigle che lo sosterranno: Pdl, Grande Sud, Progetto Molise, La Destra e Udc. Iorio recupera il partito di Storace ma perde, rispetto alle regionali del 2011, tre insegne: Adc, Udeur e Molise Civile. Bisogna però aspettare il risultato delle urne per capire se questa deriva a sinistra degli ex alleati di centro produrrà anche una emorragia di consensi. L’entourage del governatore sembra aver digerito il tradimento, confortato anche dal fatto che molti di loro “il voto l’- hanno già incrociato la volta scorsa”. Per questo motivo si cambia strategia e ci si concentra sulla propaganda dell’aspirante premier che da subito ha insistito per avere in squadra solo cavalli di razza. Candidati che nelle precedenti regionali, annullate dalla giustizia amministrativa, hanno intercettato migliaia di voti. Ieri sera il puzzle del listino era così composto: Luigi Velardi, Antonio Chieffo, Angiolina Fusco Perrella e Giovancarmine Mancini. Per nessuno di loro sarebbe previsto il paracadute del proporzionale. 

CENTROSINISTRA. Dentro Marcello Miniscalco e Vincenzo Niro, fuori Candido Paglione e Mario Pietracupa. Più o meno all’alba, il centrosinistra molisano prende il caffè con il listino quasi ufficiale. Fuori Sel e Rialzati Molise, dentro il Psi e l’Udeur. La squadra che accompagnerà Paolo Frattura alle urne nasce in una notte di fuoco. Il posto del coordinatore dei vendoliani sacrificato sull’altare della guerra interna che lo ha  indebolito con note durissime proprio mentre era impegnato a trattare con gli altri segretari. Quello del capo degli ex Adc messo a disposizione per la tenuta dell’alleanza. Entrambi, Paglione e Pietracupa, pagano quello che a sinistra viene definito ‘il matrimonio innaturale’, la convergenza fra i moderati vicini a Patriciello e il fronte progressista. Resistono, nel gratta e vinci, Francesco Totaro per il Pd e Carmelo Parpiglia per l’Idv.

 

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