Un percorso lineare, commenta il presidente della Regione Donato Toma. Dal momento che il governo Draghi non ha esercitato il “golden power” – il diritto di vietare la vendita all’estero di aziende e asset strategici per la nazione o di condizionarne la cessione – era chiaro che si sarebbe arrivati all’acquisizione definitiva del 90% delle azioni del Gemelli Molise da parte del fondo svizzero Responsible Capital.
Il 4 marzo, dunque, parte la nuova era della ex Cattolica di Campobasso sotto le insegne di Stefano Petracca e della cordata di investitori che insieme a lui ha rilevato quasi tutte le azioni del Policlinico Gemelli per 33 milioni di euro. A luglio scorso, il fondo ha battuto la concorrenza di colossi come Humanitas e del Neuromed, fra gli altri. A ottobre la firma del preliminare e la notifica a Palazzo Chigi per il “golden power”. Dopo il via libera, con la sola prescrizione di comunicare ogni altra operazione sul 10% del capitale che rimane in Italia e cioè al Gemelli di Roma, la finalizzazione del definitivo. Sul tavolo ci sono prestazioni essenziali che la struttura eroga al servizio sanitario regionale, a partire dalla cardiochirurgia (il Gemelli è l’hub di riferimento per l’emergenza cardiologica), e 400 posti di lavoro.
Toma, che è anche commissario della sanità, sta seguendo la vicenda e aveva provato a inserirvi la Regione con una proposta di acquisto che però mirava più all’edificio costruito a suo tempo con i fondi pubblici destinati all’edilizia sanitaria. Del closing imminente era informato anche perché, riferisce, sono state chieste le dimissioni ai componenti del Cda di Gemelli Molise Spa. Nel board c’è anche un componente indicato dalla Regione, Nicola Lucarelli. «Sta valutando cosa fare di concerto con me», evidenzia Toma. Sul futuro aggiunge: «Sono in attesa di incontrare la nuova governance e capire il progetto, il piano industriale che ha sul Gemelli. Inscindibilmente siamo legati al Gemelli e il Gemelli a noi. Loro hanno necessità di rapportarsi a noi per i tetti di spesa. E hanno dei crediti rispetto alla Regione. Su questo punto, che riguarda tutti i privati, io ho chiesto al ministero dell’Economia e a quello della Salute – rivela – l’autorizzazione a pagare l’extrabudget per i pazienti extraregionali del 2019. Noi lo abbiamo riscosso. Il tavolo tecnico e la Corte dei conti in sede di parifica hanno detto che lo sforamento non può essere riconosciuto. Ai Ministeri ho fatto presente che, con la riscossione avvenuta, ci potrebbe essere un indebito arricchimento della Regione, chiedendo quindi di determinarsi a darmi mandato di pagare. È evidente che se Roma mi risolve questa situazione, risolviamo anche il futuro, nel senso che non siamo esposti a contestazioni nei rapporti con i privati».
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