Pensa a una mobilitazione, quanto meno a stimolare «un dibattito politico di alto livello». Perché la mozione che ha presentato in Consiglio regionale per pretendere che al San Timoteo restino attivi il punto nascita e le prestazioni di emergenza collegate anche al Cardarelli (per esempio l’emodinamica) probabilmente sarà approvata, però – dice l’ex presidente della Regione Michele Iorio – «le mozioni da noi si approvano ma non si eseguono».
Siamo di fronte, denuncia Iorio, a «una cessione del bacino di utenza molisano a ospedali di altre Regioni. Cioè l’Abruzzo, che legittimamente decide per sé, sta programmando anche per il Molise».
Il tema è la realizzazione del nuovo ospedale fra Vasto e San Salvo, presentato dal governatore Marsilio con il dg dell’Asl di Chieti Schael. Con il San Timoteo indebolito da carenze di organico e servizi, per 110mila persone che vivono in basso Molise sarà automatico rivolgersi all’Abruzzo per curarsi. «E sarebbe il disastro in termini di mobilità passiva. Non solo – così Iorio – Sarebbe la fine dell’assistenza in Molise e in definitiva dell’autonomia, visto che la sanità rappresenta l’80% del bilancio».
Tutto nasce, ricorda, con l’accordo di confine che l’allora presidente e commissario della sanità Paolo Frattura aveva quasi firmato con l’Abruzzo. «Un accordo descritto come manna dal Cielo. Dicevano che avrebbe risolto i problemi del Caracciolo di Agnone, dove invece non è cambiato nulla. Lo dico anche per rispondere a questi ammiccamenti verso l’Abruzzo descritto come una mamma accogliente. Sarebbe invece – punta il dito Iorio – una tragica matrigna. Ogni volta che abbiamo cercato di fare accordi di confine abbiamo preso schiaffi in faccia. Quando sollevai il problema, pare che l’Abruzzo, oltre a prendersi i nostri pazienti volesse utilizzare il termovalorizzatore di Venafro invece di costruirne uno a Vasto, dove c’era stata una sollevazione popolare. Frattura disse che non c’era alcuna firma sull’accordo». Ora, però, sottolinea l’ex governatore, «l’ultimo Pos firmato dal commissario ad acta prevede inopinatamente l’utilizzo dell’attività ospedaliera» di Vasto per gli utenti del basso Molise «con particolare riferimento alla stroke unit, all’emodinamica, alla traumatologia e al punto nascita». Quindi, «siamo di fronte a un pericolo reale».
Se il problema, secondo Iorio, l’ha creato Frattura e «senza che il Consiglio ne abbia mai discusso», l’ex presidente ne ha pure per Toma. «La sua reazione è sempre stizzita, come se si dovesse tacere. Ha affermato: beh, certo quell’ospedale avrà l’emodinamica. Lui sa perfino questo e noi non sappiamo nulla. Che cosa dicono i partiti della maggioranza su questo? E Cosa dicono Pd e 5s che sono al governo? Oltre alla mozione, che tanto le mozioni vengono approvate ma non si eseguono, farò in modo di avviare un dibattito politico di alto livello perché personalmente io avverto una grande responsabilità per quello che sarà il futuro di questa terra e delle nuove generazioni».
L’indebolimento dell’assistenza sanitaria in Molise Iorio lo riconduce anche a input e decisioni prese a Roma, dai tecnici con cui lui ha sempre avuto un contraddittorio molto acceso quando era presidente e commissario. «Vi ricordate tutti i dinieghi capotici del tavolo tecnico? La contrarietà al Neuromed e alla Cattolica, il fatto che viene considerato debito il ristoro per la mobilità attiva? Ma anche il no sulla proposta di realizzare a Larino un centro interregionale per la cura del Covid? A noi dicono no e ci prendono in giro, mentre qualcuno nella Capitale il piano dell’Abruzzo per un ospedale sovradimensionato rispetto al suo bacino d’utenza deve averlo approvato».
Infine, ancora una stoccata a Toma: «Dire che il commissario non può agire e prendere decisioni perché manca il sub è una fesseria. Quindi, la sanità non è amministrata da nessuno in questi mesi? Non è così. Il sub commissario deve controfirmare gli atti perché siano validi quando c’è. Toma può agire come commissario e presidente della Regione».
r.i.