Molise escluso dal piano strategico “Grandi Progetti Beni Culturali”. Investimenti per 200 milioni, 38 progetti e 3 nuove acquisizioni al patrimonio dello Stato. Ma il Molise, insieme alla sola Val d’Aosta, è fuori da questo intervento varato dal ministero della Cultura.
«Sappiamo benissimo che il bando del Ministero non prevedeva criteri basati sulla ripartizione regionale delle risorse ma, al contrario, non sappiamo nulla sulle azioni messe in campo dai diversi soggetti interessati per valorizzare gli indiscussi gioielli storici e culturali del Molise. Dai nostri meravigliosi borghi, ai siti archeologici, alla nostra ineguagliabile rete tratturale. Così come non capiamo perché il presidente Toma – denunzia la capogruppo del Pd in Consiglio Micaela Fanelli – non abbia fatto tutto il possibile, anche in Conferenza delle Regioni, per inserire la nostra regione nel novero degli interventi finanziati ovvero garantire altri finanziamenti dedicati al Molise. Bastava che desse parere negativo a quella Conferenza che pure dice sempre di frequentare assiduamente».
Ma Fanelli va oltre, chiedendo se i diversi soggetti interessati al tema beni culturali si confrontino, collaborino. «A noi pare sempre che su questo manchi una regia locale vera che, al di là delle competenze specifiche, a nostro avviso spetta alla Regione. Per tentare di comprendere come sia davvero andata, ma soprattutto nel tentativo di “sanare” questa lacuna e trovare spazio per valorizzare almeno uno dei nostri gioielli culturali, ho pertanto chiesto un appuntamento con la Soprintendenza del Molise e ho scritto direttamente al ministro della Cultura Franceschini che spero, anche a giochi ormai chiusi, possa dimostrare più interesse per il Molise rispetto ai vertici regionali».
Altro tasto dolente, anche per i beni culturali, la cronica carenza di personale che impedisce, per esempio, la fruizione «dei siti più belli e importanti del nostro patrimonio culturale, come ad esempio il Castello di Gambatesa, che pur essendo pienamente godibile, è chiuso per mancanza di addetti, come ha drammaticamente denunciato pubblicamente la sindaca Genovese. E come successo per molti altri monumenti del nostro territorio in passato. Mobilitiamoci tutti perché vi sia una maggiore attenzione. Così come speriamo si risolva la contrastata questione del nuovo direttore del Parco archeologico di Sepino, che pure aveva visto interessanti e valide partecipazioni dal territorio e si è concluso con una assegnazione contestata, che ci auguriamo non rallenti e non pregiudichi il rilancio di quel sito», conclude Fanelli.