I presidenti di Regione commissari delegati per l’emergenza dei profughi ucraini, quindi per organizzare sul territorio la concreta accoglienza.
Lo ha annunciato il governatore Donato Toma nell’informativa resa al Consiglio in apertura dei lavori di ieri. Chi scappa dall’Ucraina, ha anche spiegato in base alle informazioni condivise con la Protezione civile nazionale in questi giorni, conta di poterci tornare. Si stima l’arrivo di almeno 40mila persone in Italia, in prevalenza donne e bambini, che si ricongiungono a familiari o a nuclei che li hanno accolti in passato, in particolare dopo il disastro di Chernobyl, ma è chiaro che la loro permanenza non sarà breve e quindi va organizzato un sistema di assistenza.
L’Assise, poi, ha votato una mozione a firma di tutti i capigruppo consiliari che, riaffermata «la totale e incondizionata vicinanza e solidarietà di tutti i molisani al popolo ucraino e la più ferma condanna per l’invasione dell’Ucraina da parte del governo russo», chiede al presidente Toma di sollecitare, anche attraverso la Conferenza delle Regioni, iniziative diplomatiche del governo e dell’Unione europea per favorire la de-escalation della tensione tra Russia e Ucraina; attivarsi in tempi rapidi, di concerto con la Protezione civile, le istituzioni locali, ulteriori Enti, organizzazioni, associazioni di volontariato e singoli cittadini, per sensibilizzare e mettere a disposizione strutture per accogliere cittadini ucraini che intendono allontanarsi dallo scenario di guerra ed a sostenere l’attivazione di corridoi umanitari per consentirne l’ingresso protetto; attivarsi per coinvolgere le strutture scolastiche al fine di garantire l’accesso ai servizi presenti e già operanti sul territorio regionale.
Prima di iniziare la seduta, in memoria delle vittime del conflitto, era stato osservato un minuto di silenzio. « L’Europa e il mondo libero credevano che la guerra nei propri territori fosse ormai un retaggio del secolo passato», ha dichiarato il presidente dell’Assemblea Salvatore Micone, «credevano che la guerra nei propri territori fosse ormai un retaggio del secolo passato». Il Consiglio di via IV Novembre, ha aggiunto, «non può che deplorare quanto accaduto in questi giorni con l’invasione ordinata dal presidente Putin di uno Stato sovrano da parte dell’esercito russo. L’auspicio di tutti noi non può che essere quello che tacciano le armi, e che tutti i contendenti, quali che siano le ragioni per cui si sono mossi, ricerchino insieme, nel dialogo e nel confronto la pace tra i popoli».

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