Decreto Balduzzi, mancati investimenti, extrabudget per le cure a pazienti di fuori regione, sanità molisana ancora commissariata. Temi tornati d’attualità in questi giorni, discussi da ultimo nell’incontro di Termoli fra amministratori locali, regionali e parlamentari. Su tutti questi argomenti dice la sua con una lettera a Primo Piano Molise l’ex presidente Michele Iorio. E ne ha per tutti.

Egregio direttore, la lettura dell’edizione di domenica scorsa del suo quotidiano mi induce a dover intervenire sulla notizia che riguarda la sanità. Senza volermi ergere ad un attento conoscitore della materia, trovo piuttosto riduttive e propagandistiche le teorie di chi oggi siede in maggioranza al governo nazionale ormai dal 2018. Nello specifico, fa un certo effetto leggere le dichiarazioni dei grillini sulla sanità dal momento che il Movimento 5 stelle, da quando è diventato forza di governo, non ha provveduto a modificare una sola virgola sui tavoli romani che potesse apportare un beneficio concreto al Molise. Si è limitato ad appiattirsi sulle posizioni burocratiche già cristallizzate del Partito democratico diventando, di fatto, una propaggine di quest’ultimo.
Se è vero da un lato che le responsabilità dello sfascio della sanità molisana non si possono attribuire al solo decreto Balduzzi, è altrettanto vero che la maggior parte delle responsabilità in cui versa il sistema sanitario regionale vanno individuate nella gestione ragionieristica dei tavoli tecnici a cui devono rispondere i territori che si trovano nel rientro del disavanzo del debito sanitario.
Il decreto Balduzzi riguarda gli standard dell’organizzazione sanitaria nazionale ma cozza con il concetto sulla base del quale è finanziato lo stesso sistema. Il finanziamento, in sintesi, avviene tramite un riparto che tiene conto quasi esclusivamente dell’indice demografico impedendo ad una piccola regione di finanziare i servizi di maggiore specializzazione aumentando di fatto la mobilità passiva e danneggiando quindi le residue disponibilità dell’intero sistema regionale.
I mancati investimenti nelle attività specialistiche più avanzate, cosa che forse sfugge all’onorevole Federico dei 5 stelle, inducono i cittadini a preferire cure fuori regione che spesso si traducono in maggiore fiducia nella sanità extra regionale anche per patologie ordinarie. Ne deriva un aumento vertiginoso della mobilità passiva che comporta un aumento del disavanzo creando quel vortice negativo che porta alla equazione per cui più chiudiamo reparti e tagliamo servizi più aumenta il deficit.
Altro vulnus della gestione ragionieristica è il cosiddetto extrabudget.
Se è vero che l’ente Regione non può coprire una cifra imponente per la mobilità attiva delle strutture private accreditate ma deve contribuire comunque in quota parte, è altrettanto vero che il tavolo tecnico non dovrebbe inserire tale cifra nel disavanzo. Al contrario, dovrebbe prevedere quella che in gergo ragionieristico viene denominata “partita di giro” per cui se anticipo 5 come extrabudget tale importo non deve essere computato nel disavanzo in quanto la stessa cifra rientrerà comunque nella disponibilità della Regione. Come avviene nel resto d’Italia soprattutto a Nord.
Ne deriva che fino a quando non interverrà la politica su queste questioni che ormai da un decennio tengono il Molise con il cappio al collo sulla gestione della sanità, la nostra regione non sarà mai fuori dal rientro del disavanzo.
Intervenire politicamente vuol dire avere a Roma un partito che lavori per il bene del Molise. Ad oggi, a onor del vero, né il Pd né i 5stelle possono vantarsi di iniziative che abbiano apportato alla nostra regione un solo vantaggio.
Resta la magra consolazione che l’unico governo che ha operato considerando il Molise una terra degna di attenzione e di investimenti, come si può dimostrare con atti e fatti, è stato solo il governo Berlusconi.
Nel ringraziarla per aver aperto un serio dibattito su un argomento così importante, le porgo cordiali saluti.
Michele Iorio

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