Bene l’incontro dei coordinatori dei partiti nazionali del centrodestra, è il commento del governatore Donato Toma, ma nessuno interferisca con quanto decide il Consiglio.
Non fa nomi o richiami diretti, ma nelle dichiarazioni in merito alla riunione che ha sancito un disgelo evidente nella coalizione il presidente della Regione sembra pensare a Salvini e alle tensioni interne alla Lega, poi sfociate nell’espulsione delle due consigliere elette, e anche alla contrarietà del responsabile di FdI Di Sandro rispetto all’abrogazione della surroga, decisa appunto dalla maggioranza in Consiglio.
Toma però nomi non ne fa. Dice: «È bene che i coordinatori dei partiti si vedano, nel passato era stato chiesto a me di riunire i tavoli politici ma io non sono un coordinatore di partito, devo fare riferimento al mio ombrello politico che è il centrodestra e che è Forza Italia. Sono i coordinatori a doversi muovere ai tavoli giusti, fare sintesi e ricucire i rapporti come si conviene. Nel passato taluni rapporti si sono un po’ scuciti, ma non certo per colpa mia. Perché magari – è la prima stoccata – i leader dei partiti pensavano di poter agire in questa regione senza avvisare il presidente».
Da parte sua, aggiunge, «c’è apertura completa, come c’è sempre stata. Significa che col presidente della Regione se si chiede di parlare si può parlare. Ma significa anche non interferire sulle linee strategiche che il Consiglio regionale ha adottato perché interferendo sulle linee strategiche si tradisce anche il consenso che il cittadino ha dato alla coalizione di centrodestra», è il secondo spunto delle dichiarazioni di Toma.
A suo parere il centrodestra ha fatto bene e può comunque fare meglio. «Penso ci siano le basi per una sintesi proficua per tutto il Molise». Una sintesi sul suo nome? «In politica la sintesi è l’orizzonte», la risposta. Certo la sintesi, completa il ragionamento, si raggiunge «facendo anche ammenda, ognuno, delle proprie colpe», colpe politiche naturalmente. La sintesi, chiude, è l’orizzonte, «poi vedremo su quale nome si farà».

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