Due settimane per costituire il comitato promotore, di cui faranno parte i rappresentanti del partenariato sociale ed economico e della classe dirigente in senso lato, sia del Molise sia della provincia di Benevento. Un anno e mezzo per realizzarlo. È la road map dell’antico sogno “Molisannio” tornato fortissimamente in auge negli ultimi giorni.
Il suo ideatore principale, Clemente Mastella, e il governatore Donato Toma ci lavorano convinti che stavolta sia quella buona. «Noi abbiamo solo da guadagnarci. Non è un’operazione politica ma istituzionale, dobbiamo pensare alle future generazioni. La nuova regione è l’unica strada per assicurare un avvenire al Molise nel breve termine», dice Toma a Primo Piano dopo l’incontro di domenica a Benevento con il sindaco, che è anche fondatore di Noi di Centro.
«Se andassimo, faccio un esempio, con l’Abruzzo spariremmo in realtà. Perderemmo il capoluogo, alcuni ospedali. Invece, con la provincia di Benevento possiamo fare massa critica e arrivare a circa 600mila abitanti. A quel punto sarebbe più facile ottenere da Roma la deroga per un Dea di II livello in sanità, come è accaduto per la Basilicata», aggiunge il presidente di Palazzo Vitale.
In base agli ultimi dati Istat disponibili (vedi specchietto in pagina), la nuova regione – come la definisce Toma – avrebbe 557mila abitanti. «Avremmo comunque più voce a Roma. È una scelta che non può essere calata dall’alto ovviamente. Dobbiamo però stimolare il dibattito e seguire poi l’iter dell’articolo 132 della Costituzione. Coinvolgere i sindaci della Provincia di Benevento, andare a referendum per il distacco dalla Campania e, se passa, sentiti i Consigli regionali, chiedere una proposta di legge al Parlamento che annetta al Molise la Provincia di Benevento. Credo che un orizzonte temporale realistico sia un anno e mezzo», ancora il governatore. Ha sondato, riferisce, già il presidente del Consiglio, il rettore dell’Unimol e ha parlato con il collega di Unisannio. Coinvolgerà maggioranza e minoranza ed è intenzionato a rivolgere un appello alle forze sociali. «Registro già una grande disponibilità da parte del Beneventano, loro si sentono marginali rispetto a una regione, la Campania, di 5 milioni e mezzo di abitanti. In tanti, professionisti, medici, già lavorano a Campobasso. Sono in generale molto orientati verso il Molise, soprattutto nella fascia dell’immediato confine». Sarebbero tre le province del Molisannio e Campobasso resterebbe capoluogo. Non una concessione, pare precisare Toma quando dice: «Certo, perché è il Molise che allarga i suoi confini». Anche dal punto di vista della rappresentanza parlamentare, aggiunge, «abbiamo stimato che guadagneremmo due seggi».
Molisannio o morte, dunque. «Con il ritmo dello spopolamento, rischiamo che fra 20-25 anni il Molise non ci sia più».

ritai

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.