La sede degli uffici della giunta, quella del Consiglio e un terzo edificio per i negozi. Un parcheggio e verde attrezzato. Dove oggi sorge ancora il Roxy, al centro di Campobasso, e nell’area del vecchio stadio Romagnoli che è alle sue spalle, 26mila metri quadrati ‘riorganizzati’ e destinati alla nuova casa della Regione Molise. Sono i dettagli del project financing proposto da un gruppo imprenditoriale campano a Palazzo Vitale a fine dicembre. In questi giorni è giunta sul tavolo del governatore Toma la relazione del dipartimento del Territorio. Sono emersi alcuni rilievi critici che saranno comunicati al privato. Una volta superati – «se saranno superati», aggiunge il presidente con un po’ di scaramanzia – entro giugno il progetto potrebbe essere deliberato dalla giunta entro due mesi ed essere poi messo a bando.
Il gruppo campano non è il primo a mostrare interesse per la realizzazione della sede della Regione Molise nell’area. Altre due trattative, avviate e condotte in questi due anni di pandemia da Toma, non sono poi andate a buon fine. Nel senso che i due privati, valutati tutti i dati, hanno rinunciato. La terza trattativa, invece, sta proseguendo. La proposta prevede che il gruppo campano realizzi e gestisca, quindi fornendo una serie di servizi alla Regione, gli edifici istituzionali, quello a destinazione commerciale, il parcheggio e l’area verde per un canone annuale di 1,9 milioni per 27 anni di concessione. Complessivamente 51,3 milioni. L’hotel dei tempi d’oro di Campobasso, oggi ridotto dall’incuria e da un incendio a poco più di un rudere, fu acquistato nel 2010 dall’amministrazione di Palazzo Vitale guidata allora da Iorio per circa 7 milioni. Sarà abbattuto per far posto alla riqualificazione dell’area.
Formalmente, al privato che si è fatto avanti sarà chiesta ora la validazione del progetto (perché sono trascorsi tre mesi dal suo deposito) e il riscontro sulle soluzioni alle criticità che la struttura regionale ha evidenziato. Fra le altre, il mancato inserimento di servizi che invece fanno parte del cosiddetto ‘facility management’ (locuzione inglese che indica l’organizzazione e il controllo delle attività che vanno da mensa, pulizie, vigilanza, impianti elettrici ed energetici). Superati questi ostacoli, in un paio di mesi il presidente Toma conta di portare il project financing al suo esecutivo per l’approvazione. Poi la gara, con i suoi tempi. Se un’impresa diversa da quella che ha realizzato il progetto che sarà messo a bando dimostrerà che «può realizzarlo meglio, diciamola in maniera banale, al gruppo che ci ha presentato l’elaborato saranno riconosciuti comunque i compensi per la progettazione», spiega Toma.
Per la riqualificazione dell’area, la sua amministrazione ha trovato comunque circa 3 milioni di euro, solo per metterla in sicurezza e renderla fruibile. Ma se si riesce a realizzare il ‘vecchio sogno’ della nuova casa per la Regione, ottimizzando così anche i fondi spesi oltre dieci anni fa per acquistarlo, è sicuramente meglio, commenta. «Un intervento importante anche per il volto del capoluogo. Una scommessa – conclude – che stiamo dimostrando di voler onorare pur con tutte le difficoltà causate dalla pandemia nella programmazione e nella gestione di settori così complessi».
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