Il destino segnato del punto nascita di Termoli, i tentativi di ‘nettizzare’ il peso dei due grandi erogatori convenzionati, Neuromed e Gemelli, che essendo molto attrattivi per i pazienti di fuori regione producono molta mobilità attiva e finché le altre Regioni non pagano la loro produzione per il tavolo tecnico è disavanzo.
Sono alcuni dei punti su cui ieri mattina si è rinnovato il confronto sempre acceso e serrato fra il presidente commissario della sanità Donato Toma e i 5 Stelle, in particolare col capogruppo Andrea Greco, nel dibattito seguito all’interrogazione pentastellata sulla nomina del sub Giacomo Papa.
Dopo la risposta di Greco, che si è detto non soddisfatto, Toma ha informato il Consiglio sui contenuti della riunione del tavolo tecnico che si è svolta martedì. Lo stesso capogruppo 5s glielo aveva chiesto, sollecitando un chiarimento sulle notizie apparse su queste colonne sul punto nascita del San Timoteo. «Si è parlato del punto nascita di Termoli – ha confermato il commissario – Ho fatto notare che la sentenza di merito del Tar prevede non l’impossibilità di chiusura del punto nascita ma dice che, se va chiuso perché il Comitato percorso nascite si è espresso per la chiusura, ciò va fatto con un programma di dismissioni che dia delle alternative alle partorienti del basso Molise. E questo è un programma che l’Asrem deve proporre alla struttura commissariale».
Nell’interrogazione sulla nomina del sub – che Toma ha spiegato di aver indicato riferendo anche che l’avvocato Papa si è dimesso il 1 aprile, subito dopo la nomina a sub, da consigliere giuridico del presidente – i grillini chiedevano anche spiegazioni sulle intenzioni della struttura commissariale per regolare i rapporti con i privati. In particolare sull’extra budget, che per le cure prestate ai non molisani, porta all’accantonamento in fondo rischi di quanto erogato finché le Regioni di provenienza dei pazienti non saldano il conto. Per il 2021, ha spiegato Toma, «su un disavanzo provvisorio di circa 40 milioni, tolto il fondo rischi siamo in pareggio se non in utile».
Dal tavolo coordinato dalla dg del Mef Angela Adduce, ha ammesso, è arrivata l’indicazione di governare il rapporto con i privati e la mobilità attiva. Ma, ha rimarcato, «non potrei mai pensare di far sparire Neuromed o Gemelli, devo risolvere la situazione politicamente» e ha aggiunto che è sua intenzione dare priorità alle esigenze di salute dei molisani ma subito dopo anche a quelle delle strutture sanitarie e dei loro dipendenti, non limitando quindi la capacità di attrazione.
Come fare? Adduce ha chiesto, di nuovo, di firmare accordi sulla mobilità con le Regioni di confine maggiormente interessate. A quel punto, non si dovrebbe più accantonare le prestazioni erogate e non ancora pagate in un fondo rischi. «Sto elaborando una bozza, ma ho chiesto al tavolo tecnico di farsi carico del percorso per un accordo, il piccolo Molise da solo non ce la fa».
Sul fronte politico, invece, ha preparato un emendamento al ddl di riforma degli Irccs che chiede di tener conto, nel riparto del fondo nazionale, delle piccole Regioni, con un budget limitato che hanno sul proprio territorio Istituti di ricerca e cura come il Neuromed che producono tanta mobilità attiva. Quindi, si può immaginare, con maggiori risorse.
r.i.

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