Il rischio di infiltrazioni da Puglia e Campania è concreto, ma «l’importante è avere gli anticorpi». Quindi, ha detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, continuare con prevenzione e controllo per far rimanere il Molise un territorio sano.
Lo Stato, questo il suo messaggio, ha chiaro cosa sta accadendo e cosa potrebbe accadere sotto la spinta della criminalità foggiana soprattutto. Ma ha anche messo in atto contromosse. Entro il 2022, per esempio, sono in arrivo altri 22 poliziotti. «Bisogna preservare questo territorio» e metterlo in condizione di cogliere il rilancio ad esempio con i fondi del Pnrr perché «ne ha tutte le potenzialità». A maggio, Lamorgese tornerà per firmare un protocollo di legalità per il monitoraggio del raddoppio della Termoli-Lesina. Per evitare che le mafie mettano le mani sull’appalto. «Con le risorse del Pnrr c’è sempre bisogno di attenzione – ha rimarcato – ma in questo caso c’è maggiore necessità di intercettare tentativi di infiltrazione nell’economia legale da parte della criminalità organizzata perché lì dove ci sono tentativi che vanno a buon fine vuol dire che ci sono anche conseguenze sulla crescita di un paese e noi dobbiamo evitare tutto questo».
Prima di siglare l’intesa con la Regione sull’attivazione del numero unico di emergenza 112, Lamorgese – accolta al Palazzo del Governo del capoluogo dal prefetto Francesco Antonio Cappetta – ha preso parte, insieme al suo capo di gabinetto Bruno Frattasi, al comitato per l’ordine e la sicurezza. Con il prefetto, i vertici provinciali di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, al direttore della sezione della Dia di Foggia, il procuratore generale, il procuratore di Campobasso e i sindaci di Campobasso e Termoli, è stato tracciato lo stato dell’arte sulla sicurezza. Non solo sotto il profilo degli indici di delittuosità ma, ha sottolineato il ministro nel successivo incontro con la stampa (a cui hanno preso parte i vertici istituzionali principali della regione), «dobbiamo tener conto anche della percezione dei cittadini». Per l’estate sono stati chiesti rinforzi, soprattutto per la costa. «Stiamo predisponendo i piani», ha spiegato Lamorgese anche se il Covid ha rallentato l’attività dei corsi di formazione.
Poi il punto nevralgico, il rischio infiltrazioni da Campania e Puglia. Da Foggia, in particolare, per cui c’è «grande attenzione, appena sono arrivata (al Ministero, ndr) abbiamo istituito lì la sezione della Dia e stiamo effettuando operazioni ad alto impatto ogni settimana. Però non dobbiamo pensare che la criminalità si sposti qui. Certo dobbiamo preservare il territorio. Manderemo rinforzi, nel 2022 sono previste 22 unità in più per la Polizia di Stato». Il ministro, come probabilmente anche il ruolo impone, ha smorzato un po’ l’allarme seguito proprio all’ultima relazione della Dia al Parlamento che descrive il Molise come territorio in cui si incontrano gli interessi di tutte le mafie principali, una sorta di crocevia in cui si ricicla il denaro sporco, o si punta a farlo. «Quando si dice che è crocevia di tutto mi sembra un po’ troppo – così Lamorgese – Credo che, certamente, il territorio vada attenzionato e che la vicinanza alla provincia di Foggia e alla Campania crei un rischio che effettivamente può determinare anche l’inserimento delle organizzazioni criminali in questa regione. Per questo l’importante è avere gli anticorpi, l’importante è fare attività di prevenzione e di controllo del territorio. Non dobbiamo abbassare la guardia ma essere sempre attenti nel monitoraggio delle situazioni a rischio». Su questo punto un plauso lo ha riservato alle Procure e alle forze dell’ordine, al questore di Campobasso e ai comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di finanza, quest’ultima molto attiva nella lotta all’evasione fiscale.
Da più parti è arrivata la richiesta di un sistema di videosorveglianza che permetta di leggere anche le targhe. È stata inviata un’istanza al dipartimento di Pubblica sicurezza. Lamorgese ha lasciato il Palazzo del Governo di piazza Pepe con la promessa di dare presto un riscontro positivo.
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