Un verdetto cruciale. Lo sarebbe stato anche nel male per lui, con lo spettro di una nuova sospensione dal Consiglio regionale, probabilmente l’addio alla politica. Invece, al contrario, l’assoluzione pronunciata ieri dal Tribunale di Campobasso nei confronti di Michele Iorio è, oltre alla «fine di un incubo durato almeno dieci anni», un «nuovo ritorno».
La tensione dell’attesa ingannata con la vicinanza dei familiari e dei collaboratori che gli sono rimasti vicini, al Palazzo di Giustizia fra gli altri c’erano ieri il figlio Luca, Andrea Montella che faceva parte della segreteria di Iorio quando era presidente e la collaboratrice di oggi Giovanna Ruggiero. Poi il verdetto e gli abbracci, i sorrisi liberatori. La risposta a una telefonata: «Gianfra’», è tutto a posto. E le interviste. Iorio è ripartito dal verdetto del Tar che annullò le ultime elezioni che vinse lui, quelle del 2011, una «sentenza dubbia perché giudicata politica da qualche commentatore anche di livello nazionale», ha detto riferendosi al programma Quarta Repubblica di Rete4 che se ne è occupato di recente. «E poi un’attività investigativa che ha mirato essenzialmente alla distruzione della mia persona soprattutto per l’aspetto politico. Oggi poteva essere una giornata negativa, invece per me è una nuova nascita, un nuovo ritorno. Sono convinto che occorre andare fino in fondo, parlo di politica naturalmente, e spero di poter dare qualche speranza in più a questa regione». I giudici, ha aggiunto, sono «stati attenti, la giustizia alla fine ha trionfato… È finita una questione che ha occupato pagine di giornali e servizi televisivi in questi otto anni. Esprimo la mia più grande soddisfazione, anche per la difesa, gli avvocati, penso all’avvocato Messere e all’avvocato Sammarco che mi hanno seguito fino alla fine. Ho avuto la capacità di sopportare e di difendermi in 23 processi giudiziari tutti conclusi con assoluzione, c’è stata veramente una sorta di tortura giudiziaria in questi anni, spero che finisca qui».
Appuntamento in campagna elettorale, dunque? «È un po’ presto, però, certo, siccome ritengo che questo sia stato un processo tra virgolette politico, io credo che la politica dovrà dare una risposta. Poi vedremo come, in che forma, siamo ancora in netto anticipo».
Un messaggio più diretto arriva dal coordinatore del suo partito, Fratelli d’Italia. Dopo aver dichiarato «vicinanza e grande soddisfazione» per l’assoluzione di Iorio con formula piena, Filoteo Di Sandro ha chiosato: «Andiamo avanti per rendere Fratelli d’Italia sempre più forte, anche contro chi, interni ed esterni al partito, speravano in una conclusione diversa».