Dopo le audizioni delle parti sociali e la discussione, la I Commissione di Palazzo D’Aimmo ha licenziato ieri la manovra finanziaria 2022: Defr, legge di stabilità, collegato al bilancio, bilancio di previsione del Consiglio e bilancio della Regione. Oggi pomeriggio la Conferenza dei capigruppo fisserà la data della seduta dell’Assise.
I documenti contabili sono stati licenziati dalla commissione con il voto contrario dei capigruppo di Pd, Fanelli, e 5s, Greco. Un no che sarà ribadito anche in Aula la prossima settimana e segue, questa è una delle critiche delle minoranze anche perché non è la prima volta che accade, il parere contrario espresso dal collegio dei revisori dei conti.
Altro tasto molto dolente, il ritardo con cui il bilancio arriva al vaglio del Consiglio. Siamo anche oltre la scadenza dell’esercizio provvisorio. «Secondo le norme, le giunte regionali dovrebbero approvare il bilancio di previsione entro il mese di ottobre dell’anno precedente. L’esecutivo molisano lo ha fatto, invece, solo il 23 aprile scorso, con sei mesi di ritardo. Quella che ormai sembra essere diventata una ‘prassi’ dimostra, a mio avviso, uno scarso rispetto delle istituzioni e degli stessi cittadini. Si pensi solo al caos generato negli uffici della Regione, costretti ad operare sulla base di semplici previsioni, invece di conoscere l’effettiva dotazione di risorse per i diversi settori», punta il dito l’esponente pentastellato Fabio De Chirico. La Regione, spiega poi, ha avviato il recupero di 31,8 milioni relativi all’evasione fiscale dell’Irap nei confronti del Mef. Ha proceduto
«con un’ingiunzione di pagamento nei confronti del Mef e, scaduti i termini per l’opposizione al provvedimento, ha potuto inserire quelle somme in bilancio. Somme dedicate a diversi scopi, come la copertura di parte delle fatture di Trenitalia e il cofinanziamento degli interventi sul sociale. Ho sottolineato questo aspetto al presidente Toma (durante la seduta della commissione, ndr), chiedendo inoltre se l’estremo ritardo nell’approvazione del bilancio fosse dovuto all’attesa della scadenza dei termini per impugnare l’ingiunzione di pagamento. Il presidente ha negato, ma la domanda ha innescato un inopportuno teatrino con la dirigente al Bilancio. Ennesima dimostrazione di scarso rispetto delle istituzioni», conclude.
Nel mirino della Uil, intervenuta dopo l’audizione del 3 maggio, il fatto che «diminuiscono le spese per il turismo, per lo sviluppo sostenibile e la tutela ambientale, per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, per l’istruzione e il diritto allo studio, per l’assetto del territorio ed edilizia abitativa e si dimezzano gli stanziamenti per lo sviluppo economico e la competitività, così come la spesa per i trasporti, aumentano invece le poste su politiche attive, giovanili e assetto del territorio. Sul versante delle entrate non si intravede per quest’anno una diminuzione del carico fiscale, anzi vi è un aumento per il 2022 e solo a partire dal 2023 che si cambia rotta. Rimane sostanzialmente invariata la spesa per il diritto alla salute, che probabilmente sarà tagliata dal confronto con il tavolo tecnico nazionale come spesso accade da anni. Preoccupa e, non poco, la diminuzione di spesa per i servizi sociali che subisce un taglio dell’82%».
L’Acem Ance, infine, ha chiesto una soluzione alla perenzione dei fondi per le opere pubbliche, il potenziamento degli uffici che si occupano delle istruttorie paesaggistiche e l’istituzione di un accantonamento nei quadri economici dei lavori pubblici, da utilizzare esclusivamente per compensare gli eccezionali aumenti in atto dei prezzi dei materiali.

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