Via libera a maggioranza al Documento di economia e finanza regionale, dopo una giornata di scontri dialettici fra la giunta Toma e le minoranze e la presa di distanza dell’ex presidente Iorio per quanto riguarda le scelte sulla sanità.
La conta, poco prima delle 20, è finita così: 10 sì, 7 no e 2 astensioni. È il primo dei provvedimenti della manovra finanziaria 2022 a essere licenziato da Palazzo D’Aimmo. Sugli altri si proseguirà domani e venerdì.
L’ex governatore Iorio si è dichiarato critico sulla sanità tornando, fra le altre cose, alle scelte sulla gestione della pandemia, con il Cardarelli che ancora oggi accoglie pazienti ricoverati per il virus e pazienti ordinari e la “Torre” che non c’è. Pollice verso pure sugli investimenti: «Se Toma preferisce gli interventi strutturali, parlando di un nuovo ospedale a Isernia, io ritengo che il problema della sanità pubblica regionale dipenda soprattutto dalla carenza di personale». E ancora, bordate sul reclutamento del personale in Regione e sulla gestione dei trasporti: «Non appare chiaro come si possa dividere il Molise in due lotti e affidarli ad un gestore unico». Gli ha risposto a muso duro Quintino Pallante, oggi compagno di partito e ieri suo assessore. «L’ho sostenuta per dieci anni, non ho votato neanche un ordine del giorno contro di lei. Ma evidentemente ho sbagliato, è dal 2004 che non si facevano concorsi pubblici e noi li abbiamo programmati», così Pallante.
Per il resto, si è trasferito in Aula lo scontro che c’era già stato in commissione o a distanza con dichiarazioni alla stampa fra esecutivo e minoranze. L’assessore alle Infrastrutture Vincenzo Niro ha fatto il punto sulle opere in cantiere e i lavori in corso, come il collaudo della rete ferroviaria elettrificata fino a Isernia e la prosecuzione fino a Campobasso. E poi la quattro corsie, con i fondi per la progettazione del primo lotto. A tal proposito, il governatore ha ammesso che bisognerà avere chiarezza da Roma sul finanziamento: se 100, cioè, o 120 milioni. Anche l’intervento del governatore ha puntato sui numeri. Tra cui i 146 milioni di fondi europei riprogrammati e utilizzati per gli aiuti Covid a imprese e famiglie. E poi i 337 milioni destinati alla mobilità sostenibile, partendo dai 210 per l’elettrificazione della rete ferroviaria. A questi si aggiungono i 500 milioni di fondi della programmazione europea e 500 milioni di fondi Fsc, ha elencato.
Caustica la capogruppo dem Micaela Fanelli, invece: il Defr «altro non è che una patacca! Totalmente sbagliato nella descrizione della parte economica finanziaria, senza coerenza interna ed esterna, approvato fuori tempo massimo, senza concertazione, e che non tiene conto degli effetti della guerra, ma soprattutto sbagliato nei contenuti». Il collega capogruppo dei 5s Andrea Greco ha accusato Toma di «deliri numerici», riferendosi all’elenco di milioni di euro: «Mi ricorda Lino Banfi quando, nel film “Al Bar dello Sport” fa 13 e comincia a delirare, milioni di qua, milioni di là».
ppm

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