Se il candidato governatore del centrodestra in Molise nel 2023 sarà di Forza Italia, «non c’è motivo per cui non debba essere io». Se, invece, la leadership toccherà a uno degli alleati principali Donato Toma assicura che farà la sua parte. Parlamento come piano B? «Ho dato la mia disponibilità principalmente per la Regione. Diversamente, sarebbe come scappare». Muscolare ma non troppo, il presidente in carica dice di aver giocato le sue carte con i vertici nazionali azzurri. Sul fronte del suo partito è tranquillo. Né da Salvini e Meloni ha avuto, aggiunge, l’impressione che si stia lavorando ad altro. «Devo aspettare e so aspettare», chiosa.
Presidente, lei ha ribadito anche negli ultimi giorni in un’intervista all’agenzia Dire la sua disponibilità a ricandidarsi. Dal centrodestra, da Forza Italia, ancora silenzio.
«Io non lo giudico come un segnale negativo. Ragiono con i vertici nazionali, so la considerazione che hanno di me e sono consapevole delle partite che si stanno giocando altrove. Mi riferisco alla Sicilia dove Musumeci ha lavorato bene e mi auguro quindi una sua conferma. Sono convinto che subito dopo sarà affrontato il ragionamento sulle regionali di Lombardia, Lazio e Molise».
Lei sul fronte Forza Italia quindi è tranquillo?
«Ho un ottimo rapporto con Berlusconi, con Tajani, mi confronto con il responsabile enti locali Gasparri, oltre che con i nostri ministri. Ogni tanto mi sento con la coordinatrice regionale Tartaglione, ci scambiamo opinioni. E devo dire che non ci sono motivi per cui non debba essere io il candidato di Forza Italia».
Se il Molise tocca agli azzurri, è lei.
«Non si sono motivi – ripeto –, non mi risultano, per cui non sia io. I miei passi li ho mossi, ho dato la disponibilità e i numeri sono dalla mia parte. Credo che il nodo sarà sciolto nel giro di un mese».
Come vanno le cose con i vertici nazionali e con quelli locali di Lega e Fratelli d’Italia?
«I vertici sanno come la penso, le mie intenzioni. Finora nessuno mi ha smentito né fatto capire che potrebbe esserci una soluzione diversa. Quindi, il problema nazionale non c’è. Quello locale non è un problema. Mi spiego: se la coalizione deciderà che la leadership in Molise tocca a Forza Italia, gli alleati si dovranno compattare sul nome degli azzurri, lo stesso accadrà se il candidato sarà di Lega o FdI. In quel caso io farò lealmente la mia parte. Non ho nipoti a cui dedicarmi ma ho uno studio da portare avanti…».
Potrebbe in quel caso ambire a candidarsi al Parlamento però. È il presidente uscente.
«Guardi, io penso principalmente alla Regione, è per questo che ho dato la mia disponibilità. Se facessi scelte diverse darei l’impressione di voler scappare e non c’è motivo perché gli obiettivi che mi ero posto sono stati raggiunti».
I numeri dalla sua parte, intende.
«Certo. Di cosa vogliamo parlare? La 4 corsie? Era nel programma e siamo riusciti a ottenere il finanziamento della progettazione. Lotto Zero: abbiamo sbloccato l’opera dando l’assenso alla nomina del commissario. Il raddoppio ferroviario da Termoli a Lesina, ma anche la piscina di Isernia: sulle infrastrutture interventi importanti. Sono commissario della sanità da otto mesi, mesi in cui sono state realizzate più cose che negli ultimi quattro anni. Ho firmato l’altro giorno il Pnrr Salute, siamo pronti a rivoluzionare i servizi. Ci sono critiche da parte dei cittadini, certo, ma ricordo che il commissario programma (non attua, ndr). Abbiamo sostenuto le imprese colpite dall’emergenza economica causata dal Covid con 140 milioni di euro, fondi che abbiamo riprogrammato. Abbiamo investito oltre 7 milioni sul turismo. Nel suo ultimo rapporto, Bankitalia ha messo nero su bianco un plauso alle nostre politiche anti cicliche. Solo per citare alcuni dei ‘numeri’ a cui mi riferisco. Abbiamo lavorato e stiamo lavorando alla grande. Non mi sembrerebbe corretto non raccogliere i frutti».
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